Tokyo 2020, ciclismo su pista: Italia, quartetto d’oro nell’inseguimento! - Sportmediaset

Sport Mediaset INTERNO

Era da 61 anni (quando, alle Olimpiadi di Roma 1960, Marino Vigna, Luigi Arienti, Franco Testa e Mario Vallotto conquistarono il metallo più prezioso) che l’Inno di Mameli non accompagnava un podio dell’inseguimento a squadre su pista, un risultato che dà ulteriormente la dimensione dell’impresa dei quattro alfieri azzurri

Il quartetto azzurro, che già ieri in semifinale aveva migliorato il primato mondiale, replica e lo fa nel più spettacolare dei modi in finale contro la Danimarca, campione del mondo in carica della specialità. (Sport Mediaset)

Ne parlano anche altri giornali

E’ d’oro il ciclismo su pista dell’Italia: nell’inseguimento gli azzurri battono la Danimarca con il nuovo primato del Mondo. E’ oro per l’Italia: nel ciclismo su pista, il quartetto dell’inseguimento batte la Danimarca in finale e conquista la medaglia più preziosa. (SerieANews)

L'impresa del ciclista Jonathan Milan, uno dei componenti del quartetto azzurro che ha vinto la medaglia d'oro nell'inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Tokyo, viene celebrata anche dal presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin. (UdineToday)

A Tokyo, la Nazionale italiana di ciclismo su pista si gioca la medaglia d’oro con la Danimarca. A “prenotare” un posto sul podio e, quindi, una medaglia, è stata la Nazionale Italiana di ciclismo su pista. (DirettaGoal)

All’ultimo chilometro, l’Italia era indietro di oltre otto decimi di secondo, una enormità nell’inseguimento. All’ultimo chilometro eravamo indietro di oltre otto decimi, poi è andato a tirare Ganna ed è cambiato tutto. (IlNapolista)

Nella finale per il primo posto il quartetto azzurro - Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon, Jonathan Milan - ha superato la Danimarca. Gli azzurri hanno battuto la Danimarca con il tempo di 3’42"032, migliorando il primato stabilito ieri, 3’42"307, e superando la Danimarca di soli 166 millesimi (Il Giornale di Vicenza)

Negli ultimi 1000 prendeva però la testa Filippo Ganna e non la lasciava più: iniziava qualcosa di magico, da consegnare per sempre alle più memorabili ed entusiasmanti pagine dello sport italiano. Milan e Consonni si sono rivelati preziosissimi nei cambi cruciali della parte centrale di gara. (OA Sport)