Un Mondo a Parte, l'Abruzzo e il tocco di Riccardo Milani | HotCorn.com

ROMA – Un viaggio alle origini, per ritrovare lo stesso caro, vecchio, personaggio che ha accompagnato non solo la filmografia, ma anche la vita di Riccardo Milani: l’Abruzzo. È forse questo l’invito più intimo che il regista ci regala con Un mondo a parte, quindicesima pellicola diretta dal regista e ambientata in mezzo agli Appennini aspri e seducenti, in uno dei borghi in via di spopolamento. Una commedia nella commedia, in cui le tematiche si interfacciano, si danno il cambio di testimone e dove ciò che resta intatta è la comunità abruzzese. (The Hot Corn Italy)

Ne parlano anche altre fonti

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone Fonte: iStock/ANSA Villetta Barrea, location di "Un mondo a parte" (SiViaggia)

È stato un successo l'evento organizzato ieri, venerdì 29 marzo, all'Uci Cinema di Parco Leonardo, a Roma, che ha visto una platea ricca di cittadini e di persone note del mondo dello spettacolo alla presentazione di "Un mondo a parte", il film girato da Riccardo Milani con protagonisti Virginia Raffaele e Antonio Albanese. (leggo.it)

Il regista Riccardo Milani racconta “Un mondo a parte” "Un mondo a parte", trama e cast (Radio Capital)

Attraverso i toni lievi della commedia il regista abruzzese mostra nei suoi film i nodi irrisolti della società italiana, avvalendosi spesso della collaborazione di un corpo attoriale poliforme come quello di Antonio Albanese. (Corriere Fiorentino)

In sala, oltre al pubblico, ci saranno tantissimi ospiti come Antonio Flamini e Marta Caltagirone, ma anche l'attrice Jinny Steffan, il produttore Stefano Alongi, Raffaella Anastasio, Claudia Cavalcanti, la pittrice Giulietta Cavallotti, il produttore Gianluca Cerasola, Sabina Crocco e Valter D’Errico. (leggo.it)

La montagna lo fa. Insieme a loro, la forza di una comunità, unita, determinata e disposta a tutto (anche a qualche mossa oltre i limiti della legalità) per far sì che quell’unica pluriclasse rimanga aperta, perché “la scuola che chiude è la morte del paese”. (Ciak Magazine)