La Cassazione a sezioni riunite ha deciso: il saluto fascista nella sua espressione commemorativa non è reato

Corriere Roma INTERNO

La Cassazione a sezioni riunite ha deciso: il saluto fascista (o romano) nella sua espressione commemorativa non è reato. Per essere perseguito penalmente dovrebbe accompagnarsi alla volontà di ricostituire il partito fascista che come è chiaro è piuttosto difficile da dimostrare e perseguire. «Pronuncia garantista dei giudici» esulta l’avvocato Domenico di Tullio che si era appellato alla cassazione per via di alcuni imputati sorpresi in posa alla commemorazione di Sergio Ramelli (Corriere Roma)

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La Cassazione mette la parola fine sulla questione controversa, se la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla "chiamata del presente" e nel c.d. "saluto romano", rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista, sia sussumibile nella fattispecie incriminatrice di cui all'art. (Studio Cataldi)