Il saluto fascista e la recente sentenza della Cassazione

La recente sentenza della Cassazione sul saluto fascista ha suscitato un'ondata di reazioni. Questa decisione ha toccato la coscienza costituzionale di molti, poiché ha distinto tra i "fascisti veri" e le "macchiette". Tuttavia, la vista di migliaia di persone che eseguono il saluto romano può essere inquietante.

Il saluto fascista: una questione di identità

Il saluto fascista, caratterizzato da un braccio teso, è diventato un simbolo di una certa destra che ha cercato di rifarsi i connotati senza riuscire a cancellare la sua indole peggiore. Questo gesto era ben noto prima dell'ascesa di figure come Bossi, noto per il suo secessionismo nordista, e Salvini, spesso visto come una versione cabarettistica di Bossi.

Il caso di Sassari

Un caso recente che ha attirato l'attenzione è stato il saluto fascista dato durante il funerale del professor Giampiero Todini a Sassari nel settembre 2018. Il grido "Presente" al richiamo "Camerata Giampiero Todini" ha suscitato polemiche. Tuttavia, il giudice Sergio De Luca ha ritenuto che questo gesto non fosse idoneo "a provocare adesioni e consensi e a concorrere alla diffusione di concezioni favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste".

Riflessioni finali

La questione del saluto fascista e della sua accettazione nella società moderna rimane un argomento di dibattito. Mentre alcuni vedono in esso un innocuo gesto storico, altri lo considerano un simbolo di un'ideologia pericolosa e divisiva. La recente sentenza della Cassazione ha solo alimentato questo dibattito, sottolineando la necessità di un'ulteriore riflessione su questi temi.

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