Giovani occupano Università di Trieste: "contro censura e genocidio!"

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"Come assemblea per la Palestina di Trieste non ci facciamo intimidire dall'ennesima censura: se l'università ci nega gli spazi di discussione, noi ce li prendiamo! Rispondiamo alla chiamata di mobilitazione dei giovanipalestinesi.it per la "israeli genocide week" e occupiamo l'università perché vogliamo rimettere in discussione le fabbriche della cultura che forniscono alla guerra la giustificazione ideologica e gli strumenti scientifici. (triestecafe.it)

La notizia riportata su altre testate

Le ragioni sono semplici a dirsi: "Abbiamo fatto richiesta di un’aula, ma ci è stata negata – spiegano gli organizzatori dell’associazione ‘Cambiare rotta’ –. Nel mirino? Il presidente del Campus di Forlì Emanuele Menegatti. (il Resto del Carlino)

Chiarendo in modo lapidario che ogni forma di boicottaggio e demonizzazione, sono antisemitismo. "Ormai si è superata ogni linea rossa e la preoccupazione per la situazione universitaria dilaga. (Il Messaggero Veneto)

Uno dei cavalli di battaglia del pensiero unico dominante come sovrastruttura santificante l'ordine della globalizzazione neoliberale riguarda l'identificazione irriflessa tra antisemitismo e critica delle politiche di Israele: come se, appunto, chiunque osasse criticare le politiche imperialistiche di Israele fosse eo ipso un antisemita. (Il Giornale d'Italia)

E lo faccia dopo un'occupazione da parte dei collettivi. "Considero preoccupante che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. (TorinOggi.it)

"Considero preoccupante che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un'occupazione da parte dei collettivi. (l'Adige)

Si tratta di una prima vittoria da parte dei collettivi studenteschi, i quali nella giornata di ieri hanno prima bloccato la riunione dei senatori e poi ottenuto un'assemblea pubblica per discutere la loro richiesta. (Il Giornale d'Italia)