Cuba, 100 arresti per le proteste. L’Ue: “Rilasciare attivisti e giornalisti”

LaPresse ESTERI

Sono circa 100, secondo il centro di assistenza legale Cubalex, citato da Bbc, le persone arrestate nelle proteste di domenica all’Avana e in altre zone del Paese.

E il Movimiento San Isidro, a favore di una maggiore espressione artistica sull’isola, ha pubblicato una lista di attivisti che ritiene siano stati fermati dalle autorità.

“Siamo molto preoccupati per gli arresti non solo degli attivisti ma anche dei giornalisti, questo è assolutamente inaccettabile, il posto di queste persone non è in prigione ma nel discorso pubblico. (LaPresse)

Ne parlano anche altre testate

A peggiorare la situazione economica di Cuba c'è l'embargo imposto da anni dagli Stati Uniti. Brutali i metodi usati dalle forze della sicurezza nei confronti dei manifestanti, come si vede anche dai filmati diffusi da Human Rights Watch. (IL GIORNO)

Si tratta anche di vedere quanta influenza hanno avuto coloro che sono legati ai gruppi anticastristi di Miami e quanto invece è espressione della protesta spontanea della gente. Tra i partecipanti molti giovani, la Chiesa cerca di mediare. (Diocesi di MIlano)

Brutali i metodi usati dalle forze della sicurezza nei confronti dei manifestanti, come si vede anche dai filmati diffusi da Human Rights Watch. Almeno un morto, durante le proteste, secondo i media di stato. (ilgazzettino.it)

«Mentre gli Stati Uniti sono i principali responsabili di molti dei problemi del popolo cubano, ora esprimono il proprio sostegno alle manifestazioni a Cuba», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh Intanto ci sono state manifestazioni di sostegno alle proteste in tutti gli Stati Uniti (in foto una ieri svoltasi in Florida). (ilmessaggero.it)

Potere al Popolo si è mobilitata in difesa della rivoluzione socialista di Cuba e sta presidiando il consolato cubano di via Gozzi a Milano "in risposta alle provocazioni degli anticastristi". (La Sicilia)

Secondo Valdés Santana, il rischio è che la crisi “porti a un fuggi fuggi generale come quello del 1994”. Di base appunto a Camaguey, terza città del Paese, nel centro-sud dell’isola, Gomez Moreira dice di “proteste dovute soprattutto alla mancanza di cibo e medicinali” e “alle file di sei od otto ore per acquistare qualsiasi cosa” (La Rampa)