Aquile, saluti romani, labari e teste rasate. A Dongo sfila la galassa nazifascista

la Repubblica INTERNO

DONGO (Como) – Su questo lago color del piombo, arrivano infine anche le teste rasate, i neonazisti con i 12 raggi tatuati sul collo. Una ventina, e tutti da Varese, e se è possibile ancora più inquietanti del drappello in nero che già aspetta nel punto preciso in cui vennero giustiziati 16 gerarchi fascisti. Era il 28 aprile 1945, la condanna a morte era stata decisa dal Cln Alta Italia, per cri… (la Repubblica)

La notizia riportata su altre testate

Sulla spalletta del lungo lago i neofascisti hanno deposto 15 rose rosse, una per ogni giustiziato; alle loro spalle un ingente cordone di polizia divideva piazza Paracchini da diverse centinaia di antifascisti e dai militanti dell’ANPI che durante la commemorazione hanno intonato “Bella ciao”. (Corriere TV)

"Come ogni anno anche ieri a Dongo e a Giulino di Mezzegra abbiamo assistito a manifestazioni e celebrazioni di chiaro stampo neofascista, con persone in divisa nera, inquadrati militarmente, che ancora una volta hanno offeso la memoria di quei luoghi. (IL GIORNO)

Se lo chiedono la comasca Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera e Federico Fornaro, deputato dem, firmatari dell’interpellanza urgente e presenti domenica alla manifestazione antifascista organizzata dall’Anpi a Dongo (IL GIORNO)

Un centinaio di persone hanno commemorato il 79° anniversario della morte di Benito Mussolini senza esibizioni provocatorie. Hanno portato rose rosse in un corteo pacato fino alla cripta del duce a San Cassiano. (AltaRimini)

Perché è la cronaca stessa a darle ragione. Quando Giorgia Meloni dice che la sinistra non ha argomenti e grida solo al pericolo del ritorno del fascismo non ha torto. (Liberoquotidiano.it)

Un gruppo di alcune decine di militanti di estrema destra a Dongo, sul lago di Como, ha reso omaggio con saluti romani ai 15, tra ministri e gerarchi fascisti, che il 28 aprile 1945 nel tentativo di fuggire verso la Svizzera, vennero catturati insieme a Mussolini e fucilati dai partigiani. (La Stampa)