Il petrolio rimbalza dopo il calo di ieri, Wti sfiora 86 dollari

Tiscali Notizie ECONOMIA

Il prezzo del petrolio rimbalza dopo il calo di ieri. Stamattina i mercati credono di più ad una possibile risposta di Israele dopo l'attacco dell'Iran e il Wti sale sfiorando gli 86 dollari al barile. Il contratto del greggio texano con consegna a maggio guadagna lo 0,66% portandosi a 85,97 dollari. Stesso andamento per il Brent: il contratto per giugno quotato sulla piazza di Londra sale dello 0,63% a 90,67 dollari al barile. (Tiscali Notizie)

Ne parlano anche altre fonti

«Già qualche settimana fa, insieme al ministro Lollobrigida abbiamo insediato una task force comune dei nostri dicasteri, anche con la partecipazione degli Esterei per monitorare quello che stava accadendo e valutare l’eventuale impatto sul nostro sistema economico. (Il Sole 24 ORE)

Previdenti, e pochi giorni dopo l’attacco israeliano all’ambasciata di Teheran a Damasco, i tecnici del Tesoro hanno scritto nell’ultimo Def: nello scenario di «shock più severo», cioè «ipotizzando che le tensioni sul costo dei noli (legato al mancato passaggio delle navi per Suez, ndr) si mantengano per tutto il periodo aprile-dicembre 2024», «l’impatto complessivo sul Pil è pari al -0,2 per cento». (ilmessaggero.it)

Il rischio geopolitico, a seguito dell'attacco con droni dell'Iran a Israele, ha portato in alto le quotazioni del greggio, che hanno raggiunto massimi di 92 dollari al barile, per poi ritacciare sui degnali di de-escalation e dopo che il G7 ha fortemente condannato qualsiasi tentativo di alimentare il conflitto. (LA STAMPA Finanza)

Ascolta la versione audio dell'articolo 4' di lettura (Il Sole 24 ORE)

Ma secondo molti osserv… (la Repubblica)

Da qui passa gran parte del flusso di petrolio che va sul mercato, circa 15 milioni di barili al giorno, su circa 40 scambiati e 102 consumati. Fa sempre paura l’Iran, perché non ci si può dimenticare il secondo shock petrolifero scatenato dalla sua rivoluzione del 1979, come non possiamo scordarci che teoricamente controlla lo stretto di Hormuz. (La Stampa)