Iran, il rapper condannato: "Impiccatelo", come lo stanno torturando

Liberoquotidiano.it ESTERI

Sarà impiccato Toomaj Salehi. Un tribunale di Isfahan ha condannato a morte il rapper iraniano di 33 anni e 2 milioni di followers su Instagram. La sua colpa? Aver cantato la protesta e aver denunciato la corruzione, la povertà diffusa, l’uccisione dei manifestanti. Nell’ultimo video su Youtube prima dell’arresto del 2022 rappava: "Il crimine di qualcuno è stato ballare con i capelli al vento. Il crimine di qualcuno è stato di essere coraggioso e di criticare 44 anni di governo. (Liberoquotidiano.it)

Su altre fonti

Lo ha reso noto l’avvocato dell’artista, Amir Raesian. Pena di morte | Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte per “corruzione sulla terra” dalla prima sezione del tribunale rivoluzionario di Esfahan. (Le persone e la dignità)

Giovedì il dipartimento per i media della magistratura ha confermato la condanna a morte di Salehi con l’accusa di corruzione, aggiungendo che il verdetto dava diritto a una riduzione della pena per “l’espressione di rimorso e la cooperazione con le autorità” e Salehi ha venti giorni di tempo per appellarsi alla Corte Suprema. (RSI.ch Informazione)

Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte per il suo coinvolgimento nelle proteste che hanno travolto l'Iran nel 2022 in seguito alla morte della 22enne Mahsa Amini. Ne dà notizia il suo avvocato, intervistato dalla Cnn. (l'Adige)

L'artista 32enne era precedentemente scampato a una condanna ma martedì un tribunale di Esfahan ha annullato la decisione della Corte Suprema, confermando il verdetto precedente di "corruzione sulla terra" e emettendo la pena di morte. (leggo.it)

Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte per il suo coinvolgimento nelle proteste che hanno travolto l'Iran nel 2022 in seguito alla morte della 22enne Mahsa Amini. Ne dà notizia il suo avvocato, intervistato dalla Cnn. (Il Messaggero Veneto)

Già nei giorni scorsi, infatti, mentre l’Iran si apprestava a “rispondere“ ad Israele dopo l’attacco al suo Consolato a Damasco, la repressione interna a Teheran conosceva l’ennesimo momento di durezza. (la Repubblica)