Torture al Beccaria, gli agenti si difendono: «Abbandonati a noi stessi». Quella mail della direttrice e le intercettazioni choc

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Pestaggi, torture e un tentato stupro. Un vaso di pandora scoperchiato da un'inchiesta che ha portato all'arresto di 13 agenti di polizia penitenziaria protagonisti di un presunto «sistema» di «violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni» e spedizioni «punitive» nei confronti di almeno una dozzina di minorenni detenuti nell'istituto di pena Beccaria di Milano. Sono iniziati il 23 aprile i primi interrogatori di garanzia dei 13 agenti di polizia penitenziaria. (corriereadriatico.it)

Su altre fonti

Hanno ammanettato e picchiato un ragazzo, l’hanno spaccato di calci e di pugni, all’epoca lì non c’erano ancora le telecamere. «Tante cose succedevano di notte. (Corriere Milano)

Una struttura senza alcun controllo interno, nella quale quel "sistema consolidato" negli anni di pestaggi e torture su ragazzi di 16 e 17 anni con storie problematiche, tra disagio, reati e tossicodipendenza, aveva preso piede indisturbato, almeno fino a qualche mese fa con l'arrivo del nuovo direttore al carcere minorile Beccaria. (L'Unione Sarda.it)

«Oggi tutti i colleghi hanno mandato malattia nel pomeriggio, vogliono mandarla a oltranza … È una protesta verso il comandante nuovo e il direttore». A raccontarlo al segretario nazionale del Sappe Francesco Pennisi (non indagato) al telefono è uno degli agenti della Penitenziaria. (La Stampa)

La tentata violenza sessuale nei confronti di Amin Hachouch la racconta lui stesso al pubblico ministero che indaga sugli agenti torturatori all’IPM Cesare Beccaria di Milano. L’episodio fa parte di quelli che hanno fatto finire in arresto 13 agenti di polizia penitenziaria con le accuse di tortura, maltrattamenti e falso. (Open)

“…lo colpiva con più cinghiate anche nelle parti genitali fino a provocarne il sanguinamento (…) lo lasciavano completamente nudo dentro la stanza per un’ora, senza nessun indumento o coperta; (…) lo svegliavano per spostarlo dalla sua cella e lo colpivano nuovamente in faccia con schiaffi e pugni, insultandolo con termini quali ‘sei un bastardo, sei un arabo zingaro, noi siamo napoletani, voi siete arabi di merda’”. (Il Fatto Quotidiano)

Però che mi vai a denunciare in Procura anche no». «Dai, dobbiamo vedere, comunque, il fatto stesso che questo direttore, “sì, vado a prendere i video”, vabbé ci sta. (Corriere Milano)