Indagini sul carcere Beccaria di Milano: le ombre sui vertici

Il carcere minorile Beccaria di Milano è al centro di un'inchiesta che ha portato all'arresto di tredici agenti. Gli agenti sono accusati di aver partecipato a un sistema di violenze e abusi sui detenuti. Tuttavia, l'inchiesta non si ferma qui e si estende alle figure apicali del carcere, accusate di omissioni.

Le accuse agli agenti

Gli agenti arrestati sostengono di essersi lasciati andare e di avere agito per manifesta incapacità. Queste affermazioni sono emerse durante i primi interrogatori di garanzia in carcere. Gli agenti hanno descritto una situazione di abbandono e mancanza di formazione adeguata.

Le omissioni dei vertici

L'inchiesta si concentra anche sulle presunte omissioni da parte delle figure apicali del carcere. Queste omissioni sono state solo accennate nella richiesta di custodia cautelare in carcere, ma rappresentano una parte importante dell'inchiesta che deve ancora vedere la luce.

Il cambio di direzione

Il cambio di direzione al carcere Beccaria non è stato ben accolto da tutti. Con l'arrivo di Claudio Ferrari a dicembre 2023, primo direttore a tempo pieno dopo un ventennio di reggenti, alcuni agenti di polizia penitenziaria si sono sentiti abbandonati. Questi agenti, secondo l'inchiesta, sarebbero quelli che più facilmente si lasciavano andare a pestaggi e spedizioni punitive.

Le testimonianze dei detenuti

Le testimonianze dei detenuti confermano la gravità della situazione. Raccontano di violenze notturne, di assistenti che entravano nelle celle e picchiavano i ragazzi. Raccontano di un ragazzo ammanettato e preso a calci e pugni, di un altro che ha ricevuto un occhio nero perché continuava a chiedere un accendino. Queste violenze, secondo le testimonianze, avvenivano spesso di notte, quando non c'erano telecamere.

L'inchiesta sul carcere Beccaria continua e si spera che possa fare luce su una situazione molto grave. Nel frattempo, la comunità attende risposte e giustizia per le vittime di queste violenze.