USA e ban Huawei: limitazioni per i produttori di tutto il mondo?

Stando alla voce di corridoio circolata, Donald Trump non si è ancora pronunciato in merito all’introduzione delle nuove limitazioni che andrebbero ad applicarsi non più solo al territorio USA, ma anche partner e produttori distribuiti in tutto il mondo.

Stati Uniti e ban Huawei, atto secondo. È l’indiscrezione riportata oggi dal Wall Street Journal.

Una misura che andrebbe a inserirsi nel quadro più complesso dei rapporti commerciali tra le due superpotenze mondiali: da una parte gli USA, dall’altra la Cina (Punto Informatico)

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Ciò potrebbe significare che i produttori di componenti come TSMC, fornitore hardware di Apple, Qualcomm e Huawei, non sarebbero in grado di rifornire il gigante cinese. Gli Stati Uniti hanno inoltre “consigliato” ai propri alleati di non consentire alle apparecchiature Huawei l’accesso alle reti 5G, sostenendo che la società di telefonia sia un rischio per la sicurezza nazionale. (Techradar)

Molti fornitori di Huawei hanno trovato escamotage per eludere il ban, utilizzando ad esempio succursali aperte al di fuori degli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti decideranno di bloccare la fornitura di apparecchiature statunitensi, TSMC non potrà più realizzare chip per conto di HiSilicon. (Webnews)

Anche svariati governi solitamente allineati agli Stati Uniti, come ad esempio quello dell’Estonia, continuano invece a mostrare resistenze, principalmente per la mancanza di alternative economicamente e tecnologicamente equiparabili a Huawei (Altre Notizie)

Il tribunale ha riscontrato che non esiste un diritto costituzionalmente garantito ad avere contratti con il governo federale. Lo ha stabilito un giudice statunitense, che ha respinto una causa intentata da Huawei (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Huawei da parte sua ha accusato gli Stati Uniti di aver tentato di farla fallire attraverso una restrizione "incostituzionale" al suo accesso al mercato americano. Huawei ha fatto sapere di essere "delusa" dalla sentenza e ha annunciato che "continuerà a prendere in considerazione ulteriori opzioni legali". (La Stampa)

L’attività fraudolenta avrebbe consentito, secondo la tesi del Dipartimento di Giustizia, a Huawei un drastico risparmio nelle proprie spese di ricerca e sviluppo. Mentre gli USA ingaggiano con Huawei questo complesso gioco al rinvio, il colosso di Shenzhen si è organizzato per affrontare l’entrata in vigore delle restrizioni americane. (Agenda Digitale)