Jobs Act, Schlein spacca il Pd. Renzi ai riformisti: "Come fate a rimanere?"

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Elly Schlein proprio non riesce a portare avanti una campagna elettorale che non implichi divisioni interne o spot elettorali per gli avversari. Dopo aver lanciato la campagna del generale Vannacci e di Giorgia Meloni, la segretaria del Pd ha deciso di spaccare il partito. L'intricatissimo risiko delle candidature risolto dalla Schlein sembrava aver quietato la guerra fra le correnti dem, ma la sua decisione di sostenere il referendum della Cgil contro il Jobs Act ha fatto esplodere tutto. (Liberoquotidiano.it)

La notizia riportata su altre testate

Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Spiace scomodare Esopo per l’ennesima dimostrazione di scarsa capacità della giunta Bandecchi. Annunci roboanti, titoloni e scomposte dichiarazioni a parte, i provvedimenti del sindaco di Terni di rivoluzionario e risolutivo non hanno proprio nulla. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Elly Schlein ha annunciato che appoggerà la raccolta firme della Cgil per quattro referendum contro il precariato, che cancellerebbero alcune norme del Jobs Act. Ecco chi sostiene il referendum e chi no. (Fanpage.it)

Schlein ha anche approfittato dell'annuncio per riportare l'attenzione su altri temi legati al lavoro, come la proposta del Pd per un salario minimo nazionale a 9 euro all'ora. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha annunciato che firmerà il referendum proposto dalla Cgil per l'abolizione del Jobs Act, la riforma sul mercato del lavoro voluta dal governo Renzi nel 2016. (QuiFinanza)

Il Partito democratico va in ordine sparso sul Jobs Act e il relativo referendum da firmare. Così emergono le spaccature. (L'Opinione delle Libertà)

Mentre le società democratiche di tutto il mondo sono alle prese con una tornata di elezioni cruciali, l’integrità del processo elettorale è sempre più compromessa dal ruolo maggiormente sofisticato e occulto dell’intelligenza artificiale. (HelpMeTech)

In un periodo in cui quasi tutti (a cominciare dai politici) sentono il bisogno di misurare frequentemente la popolarità e il consenso di cui godono sarebbe ingiusto biasimare Maurizio Landini per il suo referendum abrogativo di alcune norme in materia di lavoro, e soprattutto del Jobs Act di Matteo Renzi. (La Stampa)