Soccorsi troppo lenti, tra Siria e Turchia ora il rischio è morire di fame e di freddo

Il Manifesto INTERNO

Le 72 ore successive a una calamità sono «la finestra di vita». Significa che, superato quell’intervallo, ritrovare dei dispersi ancora vivi è pressoché impossibile. Dal sisma di magnitudo 7,8 che dall’alba di lunedì ha ucciso 20.451 persone tra Siria e Turchia (3.317 nella prima, 17.134 nella seconda), ne sono trascorse molte di più. Eppure ieri qualche sopravvissuto è stato tirato fuori dalle macerie di migliaia di palazzi al di qua e al di là del confine. (Il Manifesto)

Ne parlano anche altri giornali

Il team inviato dal governo Netanyahu opera nella zona di Kahramanmaras e ha salvato almeno 10 persone (LaPresse)

Milano, 10 feb. Il nuovo bilancio è di 21.051 morti tra i due paesi, secondo le autorità locali. (LaPresse)

Continuano le ricerche nonostante siano trascorsi giorni sotto ai crolli e al gelo. Registrate 650 scosse di assestamento. Mancano all'appello 7 italiani, l'imprenditore Angelo Zen e una famiglia italiana di origine siriana La finestra standard di opportunità si è chiusa ma qualche residuo miracolo è forse ancora possibile per chi non è nel triste elenco degli oltre 20.000 morti del sisma che ha colpito Turchia e Siria. (LaC news24)

Nella terra che non sta mai ferma, tra polvere e pioggia, Alberto Mariotti, pisano di 28 anni e volontario del servizio civile internazionale, racconta la fuga dell’inferno di Antakya (Antochia ndr) dove si trovava nella notte tra domenica e lunedì, quando tutto è crollato. (LA NAZIONE)

Dopo l’approvazione dei suoi parenti, il braccio destro di Hilal è stato amputato e il bambino è stato tirato fuori dalle macerie. Dopo 90 ore, è stato ritrovato vivo un bambino di 10 anni. (LaPresse)

Estratti vivi dalla macerie Deboli le speranze di trovare ancora sopavvissuti tra le macerie anche se arrivano sparse notizie di miracolosi salvataggi. (la Repubblica)