I cattolici se la prendano con il Ramadan che chiude scuole e università

Il Primato Nazionale INTERNO

Roma, 9 apr – Il Ramadan fa chiudere scuole e università ma i cattolici preferiscono andare dietro agli spot brutti. Alla luce delle proteste contro lo spot di Amica Chips, viene fuori e naturale un’altra riflessione: ma il mondo cattolico non potrebbe alzare la voce contro il fenomeno più grave che si sta mostrando negli ultimi mesi? Il Ramadan nelle scuole è una questione ben più seria Questo articolo è “gemello” del precedente, viene pubblicato lo stesso giorno e non è una casualità. (Il Primato Nazionale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

"Nel corso del Consiglio dei Ministri è stato sollevato il tema della chiusura delle scuole per festività non riconosciute dallo Stato. Il ministero è al lavoro per una norma di buonsenso che regolamenti una situazione che rischia di creare conflittualità e caos". (Alto Adige)

– La maggioranza di centrodestra nel Consiglio regionale della Lombardia “perde i colpi e non vota compatta la mozione 142, ‘Misure a sostegno della continuità scolastica’ a firma di Caparini. Milano, 9 apr. (Agenzia askanews)

Sassari. Trovare il contatto giusto con la natura, recuperare i valori del passato e soprattutto conoscere la storia che ha caratterizzato e caratterizza il nostro territorio. (SARdies.it)

È iniziata questa mattina presto l'ultima preghiera di fine Ramadan a Pioltello, all'interno dell'Associazione Culturale El Huda, il centro islamico nel cuore del comune del milanese finito al centro di un acceso dibattito politico per la decisione del consiglio scolastico dell'istituto Iqbal Masih di sospendere le lezioni proprio per permettere agli studenti di religione islamica di festeggiare in famiglia. (Il Messaggero Veneto)

MILANO – Bocciata dal Consiglio regionale della Lombardia la mozione presentata dalla Lega per chiedere alla giunta di attivarsi con il Governo al fine di “garantire che la normativa statale provveda a regolamentare il tema delle deroghe scolastiche” ed “evitare una possibile proliferazione di interruzioni dell’attività didattica” che diventi fucina di “discriminazioni rispetto a tutte le confessioni religiose, prevedendo altresì l’introduzione di adeguati strumenti di monitoraggio in capo alle Regioni“. (malpensa24.it)

E, se andassimo avanti a ragionare così, il finale è scritto (Panorama)