Schwazer, le tre strade che portano a Tokyo

Il Messaggero SPORT

Il conto alla rovescia per cancellare la squalifica di otto anni infertagli nel 2016 è già iniziato.

L’avversario da battere, per capire se Alex Schwazer potrà o no riaprire le porte delle Olimpiadi, adesso è il tempo.

Un modo per esprimere felicità ma anche far capire che per Schwazer un posto per Tokyo c’è.

TRE STRADE. Schwazer, Donati e il legale Brandstaetter sono decisi ad andare avanti con la stessa fiducia che li ha accompagnati in questi 4 anni e mezzo. (Il Messaggero)

La notizia riportata su altri giornali

Chi ha condannato Schwazer è tanto forcaiolo con gli altri quanto assolutorio e indulgente con se stesso. Della storia di Alex Schwazer probabilmente non resterà nulla se non una trasposizione thrilleristica degli eventi in un film, in una serie tv, in un libro-inchiesta (Undici)

Cosi' Alex Schwazer, in collegamento con Dribbling, sulle reazioni dopo la sua archiviazione al tribunale di Bolzano. "Sia per quanto riguarda la Federazione internazionale che per la Wada io non mi aspettavo nessun mea culpa da loro, quindi non sono sorpreso". (l'Adige)

La Iaaf, Federazione Internazione d’Atletica, in una nota ha negato la possibilità di una riabilitazione di Alex Schwazer per le Olimpiadi di Tokyo, dopo l’archiviazione del procedimento penale a carica dell’atleta. (Virgilio Sport)

Il dottor Pierre Yves Garnier, incaricato dei controlli antidoping, è stato a propria volta sospeso per tre mesi». Ebbene, ricorda il giudice, «il prelievo dell'1.1.2016 a carico di Schwazer venne disposto da Capdevielle del cui ufficio facevano parte anche i predetti Boulter Davies e il dottor Yves». (ilGiornale.it)

Un no ancora più secco è arrivato dall’agenzia antidoping Wada che in un tweet ha scritto: “Wada è inorridita dalle numerose accuse prive di fondamento“. (Yahoo Eurosport IT)

Maria Luisa Brunner, mamma di Alex Schwazer, racconta al Corriere dell’Alto Adige «la fine di un incubo» iniziato nel 2012, con il primo scandalo per doping, e proseguito nel 2016 con «accuse infamanti che lo hanno distrutto». (Corriere della Sera)