I fondatori di Google si dimettono

Corriere del Ticino ECONOMIA

«Sundar - hanno aggiunto - porta umiltà e una grande passione per la tecnologia ai nostri utenti, partner e dipendenti ogni giorno.

Non avremmo potuto trovare di meglio per guidare Google e Alphabet nel futuro».

Dopo l’annuncio del cambio della guardia nella casa madre, le azioni di Google sono aumentate di oltre l’1% nelle contrattazioni seguite alla chiusura della Borsa.

Sundar Pichai, che ha guidato Google per oltre quattro anni, manterrà il suo ruolo e diventerà anche CEO di Alphabet, mentre il ruolo di presidente non verrà coperto. (Corriere del Ticino)

La notizia riportata su altri giornali

Larry Page e Sergei Brin, storici co-fondatori di Google, hanno infatti annunciato le dimissioni dalla casa madre Alphabet, di cui erano rispettivamente ceo e presidente. Sundar Pichai, che ha guidato Google per oltre quattro anni, diventerà anche ceo di Alphabet. (Italia Oggi)

Larry Page e Sergey Brin negli ultimi anni hanno influenzato il mondo della tecnologia nella sua interezza, tramite Google e i suoi servizi. Cambio epocale ai vertici di Google: i cofondatori Larry Page e Sergey Brin hanno deciso di cedere il posto a Sundar Pichai, che nei prossimi mesi (presumibilmente dal 2020) diventerà ufficialmente il CEO della società. (Multiplayer.it)

Pichai è in Google da ormai 15 anni e conosce perfettamente i meccanismi dell’azienda e ovviamente anche di Alphabet. Page e Brin resteranno all’interno del consiglio di amministrazione oltre che azionisti, ma sono certi che da oggi non sarà più necessario avere due CEO e un Presidente a guidare Google e Alphabet. (TuttoAndroid.net)

Al loro posto subentrerà Sundar Pichai, da adesso non più solo amministratore delegato di Google, ma dell’intera Alphabet. Così, Larry Page e Sergey Brin salutano attraverso una bella lettera l’azienda, abbracciando il nuovo ruolo e manifestando tutto l’amore che provano nei confronti di Alphabet. (Webnews)

Sia Page che Brin hanno promesso di restare coinvolti come membri del board e azionisti. "Se la compagnia fosse una persona, sarebbe un giovane adulto di 21 anni e sarebbe il momento di lasciare il nido. (Avvenire)

Sarà interessante capire come ci resteranno e se continueranno a condizionare e plasmare il mercato come negli ultimi 20 anni. La mossa, in realtà, ha sorpreso fino a un certo punto: prima di tutto, i due non prendono posizione pubblicamente da un (bel) po’. (Corriere della Sera)