Si sono scordati Beirut

Il Manifesto ESTERI

Le voci dei familiari delle vittime e delle organizzazioni della società civile

Ora la classe politica vuole demolire i silos per insabbiare la memoria, oltre che il processo.

Due anni fa l’esplosione al porto: 250 morti, 300mila sfollati, quartieri cancellati.

Con l’ok di Parigi.

(Il Manifesto)

Se ne è parlato anche su altre testate

Gli esponenti politici sospettati hanno presentato oltre 25 richieste di archiviazione causando la sospensione dell’inchiesta condotta dal giudice Bitar, quasi un anno fa. (Amnesty International)

In occasione del secondo anniversario della enorme esplosione che il 4 agosto di due anni fa ha devastato il porto e una grande parte di Beirut, decine di persone, tra cui membri delle famiglie delle vittime, si raduneranno nel pomeriggio di oggi davanti al tribunale della città per chiedere giustizia. (La Sicilia)

Nel giorno dell’anniversario il presidente francese Emmanuel Macron ha rilasciato una intervista al quotidiano libanese francofono “L’Orient le Jour”. Due anni fa in questo giorno, poco dopo le 18, una terrificante esplosione devastò la zona del porto di Beirut provocando 248 morti, 7 mila feriti e 300 mila sfollati. (Famiglia Cristiana)

- ROMA, 04 AGO - La polizia libanese ha fatto ricorso a bombe assordanti per disperdere una manifestazione organizzata nel centro di Beirut in occasione del secondo anniversario della enorme esplosione che il 4 agosto di due anni fa ha devastato il porto e una grande parte della città. (Alto Adige)

(askanews) - Sono passati due anni dall'esplosione che ha devastato il porto di Beirut, in Libano, uccidendo 200 persone.In occasione dell'anniversario i parenti delle vittime hanno manifestato per protestare contro la mancanza di una indagine approfondita sulle responsabilità che hanno portato all'esplosione di una grande quantità di nitrato di ammonio immagazzinato non correttamente. (Tiscali Notizie)

Beirut alla deriva. Il 4 agosto di due anni fa l’esplosione del porto che ora crolla come il Paese. (La Stampa)