L'impatto economico del vino italiano: un pilastro da 45,2 miliardi di euro

Il vino italiano è un pilastro economico fondamentale per il Paese, con un valore annuo di 45,2 miliardi di euro, pari all'1,1% del PIL. Questi dati sono stati rivelati da uno studio commissionato da Veronafiere, tramite l’Osservatorio Uiv-Vinitaly a Prometeia, azienda leader del settore delle consulenze e analisi di mercato.

Le nuove sfide per il vino

Uno spettro si aggira tra le vigne d’Italia. Non è il maledetto fungo parassita che ha cancellato fino al 30% del raccolto. Non è l’inflazione, neppure l’alto costo del denaro. È invece il cambio di passo delle nuove generazioni, che bevono sempre meno vino. Tra calo demografico e spinte salutiste, tra bevande aromatizzate alla frutta con basso o assente grado alcolico, il consumo pro capite che nel 1967 era di 110 litri è crollato sotto i 30.

Il vino come pilastro economico

Togliere il vino al Belpaese equivarrebbe, in termini di Pil, a cancellare quasi tutto lo sport italiano, compreso il calcio. Lo afferma Veronafiere, che con l’Osservatorio Uiv-Vinitaly ha presentato oggi, alla vigilia della 1^ giornata nazionale del Made in Italy e in avvio della manifestazione, i risultati del progetto: “Se tu togli il vino all’Italia. Un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto”.

L'analisi d'impatto economico

Il progetto, pensato sulla scorta dei frequenti attacchi rivolti alla “bevanda nazionale”, comprende un’analisi d’impatto economico commissionata a Prometeia e un focus dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su 3 – tra tantissimi – territori simbolo a trazione enologica: Barolo, Montalcino ed Etna. I risultati dell’analisi d’impatto confermano, quantificandolo, il contributo economico del comparto: in caso di scomparsa della filiera del vino, 303 mila persone dovrebbero trovarsi un altro lavoro e il Paese rinuncerebbe a un asset in grado di generare una produzione annua di 45,2 miliardi di euro e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro.

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