Rivolta dei giornalisti Rai contro la nuova par condicio

La rivolta dei giornalisti del servizio pubblico Rai è esplosa a seguito dell'approvazione della delibera sulla par condicio. Questa decisione, presa dalla commissione di Vigilanza Rai con i soli voti del centrodestra, ha scatenato un'ondata di proteste.

La nuova par condicio

La nuova par condicio prevede una doppia regolamentazione per il pubblico e il privato. In particolare, la Rai sarà soggetta, in vista delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno prossimi, alle nuove regole messe a punto dalla commissione di Vigilanza. Queste permettono a ministri e governo di intervenire in trasmissione al di fuori dei tempi contingentati su argomenti considerati di interesse del proprio settore di competenza. L'obiettivo dichiarato è quello di "garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative".

La reazione dei giornalisti Rai

I giornalisti Rai hanno reagito con indignazione a questa decisione. In un comunicato di fuoco del sindacato Usigrai, letto in tutti i telegiornali della tv di Stato, si afferma che "la maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono". I giornalisti di viale Mazzini hanno espresso la loro ferma volontà di non flettere la schiena di fronte al potere.

Le critiche alla nuova par condicio

Le critiche alla nuova par condicio sono molteplici. Viene visto come un tentativo del governo di utilizzare la televisione pubblica come megafono per le proprie azioni e come silenziatore per le opposizioni. Questa percezione ha creato un clima di tensione e di protesta tra i giornalisti Rai, determinati a resistere a qualsiasi tentativo di manipolazione dell'informazione.

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