Rivolta nel campus della Columbia University: solidarietà per Gaza e lezioni online

La Columbia University, uno dei più prestigiosi atenei degli Stati Uniti, è stata recentemente teatro di tensioni e proteste. Il campus è circondato da transenne e presidiato da forze dell'ordine e guardie di sicurezza. L'accesso è negato a chiunque non sia in possesso del tesserino dell'ateneo, compresi i giornalisti, ai quali è concesso un accesso limitato dalle 2 alle 4 del pomeriggio.

Proteste e arresti

Le tensioni sono iniziate il 7 ottobre e sono precipitate il 18 aprile, quando la presidente dell'ateneo, Minouche Shafik, dopo aver testimoniato alla Camera sull'antisemitismo, ha chiamato la polizia per smobilitare una protesta nel campus. Questo ha portato all'arresto di oltre 100 studenti pro-palestinesi, che chiedevano tra l'altro che l'università cessasse i rapporti con aziende che traggono profitto dalla guerra a Gaza.

Solidarietà per Gaza

Nel cortile principale della Columbia University, dove si affaccia la biblioteca con i nomi di Cicerone e Virgilio scolpiti in caratteri cubitali, è stato piantato uno striscione che recita "Gaza Solidarity Encampment". Nonostante la vernice rossa che cola dalle lettere, l'atmosfera sembra quella di un pacifico accampamento, dove si celebra la solidarietà per gli abitanti di Gaza vittime della guerra.

Lezioni in remoto

Dopo cinque giorni consecutivi di proteste contro la guerra di Israele a Gaza, la rettrice dell'università, Minouche Shafik, ha deciso di spostare le lezioni online, nel tentativo di disinnescare la partecipazione degli studenti alle proteste a sostegno del popolo palestinese. "C'è bisogno di una descalation del rancore – ha detto Shafik nella dichiarazione con cui ha informato del passaggio alla didattica da remoto – I decibel dei nostri disaccordi non hanno fatto altro che aumentare negli ultimi giorni."

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