Il ritorno di Sam Altman alla guida di OpenAI è la vittoria di Satya Nadella e della sua Microsoft, che con questa mossa lancia un’Opa di fatto sulla start up che produce ChatGPT

Questa storia assurda, durata circa 5 giorni, ha definito un quadro ormai molto chiaro: i rapporti fra Altman e Nadella sono strettissimi, e anche le visioni.

Quando sabato mattina - a poche ore di distanza dalla maldrestra scelta del board di OpenAI di far fuori il ceo - Nadella ha di fatto blindato Altman, portandolo immediatamente co sé e affidandogli un nascente team sull’Intelligenza Artificiale, il ceo di Microsoft ha di fatto tutelato la sua società, il suo investimento miliardario in OpenAI e i suoi piani nell’AI generativa.

Se ChatGPT fosse un mangiacassette degli anni Settanta, potremmo dire che ha riavvolto il nastro. Il “rewind” dell’intelligenza artificiale riporta Sam Altman al vertice di OpenAI come amministratore delegato. A premere il tasto decisivo del business è stato il numero uno di Microsoft, Satya Nadella, determinato a difendere il proprio investimento miliardario nell’ex start up, di cui è anche primo azionista.

Elon Musk ha avuto bisogno di meno di cento caratteri per aggiungere ulteriore caos alla crisi di OpenAI, iniziata la scorsa settimana con il licenziamento a sorpresa dell'amministratore delegato Sam Altman. In un post pubblicato su X martedì 21 novembre, Musk ha richiamato l'attenzione su una lettera anonima che accusa Altman di vari comportamenti scorretti nell'ambito del suo ruolo di ad di OpenAI.

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