Sandokan, capo dei Casalesi, decide di collaborare con la giustizia
Francesco Schiavone, noto come "Sandokan", capo indiscusso del clan dei Casalesi, ha deciso di collaborare con la giustizia. Questa decisione rappresenta un crollo significativo del muro dell'omertà.
La decisione di Sandokan
Dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime del carcere duro, Schiavone ha deciso di gettare la spugna. Questa decisione segue quella dei suoi due figli, già collaboratori di giustizia. Schiavone è attualmente detenuto nel carcere Le Costarelle a L'Aquila, dove è seguito dai medici della Asl per una malattia tumorale.
Misure di sicurezza
Nel carcere sono scattate le stesse misure di sicurezza adottate per Matteo Messina Denaro, ex boss della mafia, anch'egli malato di tumore e deceduto in carcere. A differenza di Denaro, Schiavone ha deciso di pentirsi e collaborare con la giustizia.
Collaborazione con la Dda
La notizia della collaborazione di Schiavone con la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli è stata anticipata dall'edizione di Cronache di Caserta. In questi giorni, le forze dell'ordine si sono recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan, tra cui il figlio Ivahnoe, di entrare nel programma di protezione. Questo conferma la volontà di Sandokan di collaborare con la Dda di Napoli.
Il clan dei Casalesi
Il clan dei Casalesi, guidato da Schiavone, è una delle cosche più temibili della camorra. La decisione di Schiavone di collaborare con la giustizia potrebbe portare alla luce importanti segreti sulla camorra casalese.