Se non è un’altra Lehman Brothers, poco ci manca. Credit Suisse è stata apparentemente salvata dalle autorità svizzere grazie alla fusione con UBS, ma i mercati finanziari si mostrano poco convinti della bontà dell’operazione. Un crac che sta costando carissimo all’Occidente e per capirne le cause scatenanti bisogna ripercorrere le ultime tappe di una vicenda tutt’altro che conclusa. Era mercoledì 15 marzo quando il CEO della Banca Nazionale Saudita, Ammar al-Khudairy…
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Ci vorrà ancora del tempo prima di capire se il salvataggio di Credit Suisse sia stata solo una mossa disperata che, prima o poi, presenterà il conto a tutti. La reazione di ieri delle Borse non fa testo: seduta nervosa, partita malissimo con gli indici collassati di un paio di punti percentuali prima del recupero finale (+1,6% Milano, +1% lo Stoxx600) favorito dalle parole rassicuranti arrivate dai governi, dalla Bce e dalle autorità di regolamentazione.
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L’accordo fra Ubs e Credit Suisse diventerà operativo, salvo imprevisti, nei prossimi tre mesi. Allora la Svizzera avrà una banca i cui attivi varranno il doppio del prodotto lordo del Paese, mentre i patrimoni in gestione varranno sei volte più dell’intera economia nazionale. Resterà solo da capire, allora, chi comanderà realmente nella Confederazione: il governo o l’amministratore delegato della banca più grande? Di certo la nuova entità esordirà con 120 mila dipendenti e a vigilare su di essa, oltre che sulle altre 240…
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Dopo una mattinata difficile per i mercati chiamati a smaltire l’acquisizione forzata di Credit Suisse da parte di Ubs, a metà seduta era già scattato il sereno sui listini europei. Quanto questa calma sia apparente o reale, si capire nei prossimi giorni. Intanto, sembra che le garanzie del governo di Berna, il sostegno della Banca nazionale svizzera e le misure di emergenza sulla liquidità decise dalle Banche centrali internazionali hanno provato a blindare la fiducia dei…
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Il crollo della banca svizzera Credit Suisse, che sta facendo tremare i mercati europei per il rischio di un contagio bancario, ha una ragione ben precisa che risiede nel rifiuto della Banca centrale saudita – suo principale azionista – di partecipare alla ricapitalizzazione dell’istituto di credito. Il che riflette da vicino, sul piano finanziario, i rapidi cambiamenti di assetti che si stanno susseguendo negli equilibri geopolitici globali, dove le nazioni…
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Le recenti turbolenze legate al settore bancario delle istituzioni occidentali hanno creato moltissimo panico fra gli operatori di mercato comportando per alcune realtà importanti perdite a livello borsistico. A seguito del crollo della Silicon Valley Bank e di Signature Bank, la lente d’ingrandimento si è completamente spostata nei confronti di Credit Suisse: nel mese di marzo il titolo ha registrato complessivamente una perdita superiore al 70%.
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Non sono solo i mercati finanziari a tremare sotto il colpo della crisi di Credit Suisse. La virtuale scomparsa del colosso bancario - acquisito da Ubs - minaccia anche lo sport elvetico, e non solo, vista la grande quantità di sponsorizzazioni avviate nel corso degli ultimi decenni a iniziare dal calcio. Dalla stagione 2021/22, la banca ha prestato il suo nome al massimo campionato di calcio svizzero, la Credit Suisse Super League
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Il salvataggio di Credit Suisse con l’acquisizione della banca da parte di Ubs (Unione delle banche svizzere) non frena il timore dei mercati europei. Lunedì 20 marzo le Borse del vecchio continente si svegliano in negativo. È il segnale che l’operazione da 3 miliardi di franchi svizzeri non è bastata a placare le preoccupazioni dei mercati finanziari. Domenica 19 marzo la notizia che Ubs avrebbe acquisito la banca Credit Suisse sembrava poter far tirare un sospiro di sollievo.
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Lunedì di paura in Borsa per la vicenda Credit Suisse. Il salvataggio dello storico istituto di credito messo in atto dalla banca svizzera Ubs, con l'azzeramento dei titolari di bond At1 e l'esautoramento degli azionisti della stessa Ubs, che non potranno bocciare l'intesa, ha spaventato i mercati, con gli investitori preoccupati per nuove crisi nel comparto bancario. Le Borse europee riducono i ribassi dell'apertura in un clima di grande volatilità.
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Il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs non è riuscito a evitare un'apertura debole dei mercati questa mattina. Si parla, infatti, di un avvio di seduta in netto calo per il mercato azionario. Come si legge su Repubblica, "l'indice Ftse Mib segna un -2,05% a 24.973 punti, cedendo posizioni dopo una resistenza iniziale. Piazza Affari resta molto cauta, perdendo più terreno rispetto alle altre borse europee, in una situazione di estrema tensione per possibili nuove…
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Avvio in netto ribasso per le Borse europee, ancora sotto pressione per le preoccupazioni per il settore bancario, dopo i crac di Svb e Signature Bank negli Usa e le difficoltà di Credit Suisse, che domenica sembrano aver trovato una soluzione, cone l’accordo da 3 miliardi con i rivali di Ubs. I mercati, comunque, non hanno beneficiato delle rassicurazione delle banche centrali e hanno aperto la nuova settimana con cali generalizzati (qui le variazioni dei listini in…
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Hsbc pesante, i dubbi sul destino dei bond AT1: un mercato da 275 miliardi La fine dei bond AT1 del Credit Suisse preoccupa gli investitori. Il salvataggio architettato attraverso Ubs prevede un sostegno straordinario dello Stato, che si traduce in 100 miliardi di liquidità dalla Banca nazionale svizzera e 9 miliardi di garanzie del governo per far fronte a eventuali perdite legate alla banca salvata.
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In Asia i mercati cinesi chiudono in calo, giù anche Tokyo e Hong Kong. Piazza Affari sprofonda dopo le prime contrattazioni affondata dalle vendite sul comparto bancario, poi recupera. Ubs e Credit Suisse cadono in Borsa dopo il salvataggio. L'avversione al rischio genera volatilità e sta spingendo gli investitori verso beni rifugio come l'oro, balzato sopra i 2 mila dollari l'oncia ascolta articolo Condividi Il salvataggio del Credit Suisse, con l'azzeramento dei titolari di bond At1 e l'esautoramento degli…
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La reazione delle Borse all'acquisto "forzato" di Credit Suisse da parte di Ubs è stato negativo. Già in mattinata le Borse asiatiche non si erano aperti positivamente. Cattivi presagi Già i future (i parametri che prevedono come apriranno le Borse) non lasciavano ben sperare. Preannunciando un'apertura molto negativa delle Borse europee dopo il salvataggio del Credit Suisse da parte di Ubs. I future sull'indice Euro Stoxx 50 cedono l'1,1%, Milano perde…
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Il salvataggio del Credit Suisse spaventa i mercati. Piazza Affari sprofonda dopo le prime contrattazioni affondata dalle vendite sul comparto bancario. Il Ftse Mib cede il 2,6%. Mps perde il 6,6%, Unicredit il 6,5%, Banco Bpm svicola del 6%. Intesa cede il 5%. Male anche Fineco (-4,9%), Saipem (-5,2%) e Iveco (-4,4%). Il titolo Ubs, i cui azionisti non potranno bocciare l'intesa, cede l'8,8% mentre il Credit Suisse sprofonda del 64%, penalizzato…
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Prima il fallimento dell'americana Silicon Valley Bank. Poi la crisi della svizzera Credit Suisse. E così, nel giro di pochi giorni, le dieci principali banche europee hanno perso più di 50 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Gli esperti, però, invitano alla calma: gli istituti europei si trovano in una posizione molto più solida rispetto al passato e sarebbero meno esposti al rischio contagio.
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Non si placa la bufera che da una settimana soffia sulle banche dalla California alla Svizzera. E se da più parti arrivano rassicurazioni sulla tenuta del sistema, certo è che le Borse sono in affanno e i salvataggi pagati a suon di miliardi non hanno avuto al momento l’effetto desiderato sui mercati. I riflettori sono puntati oggi sul futuro di Credit Suisse, la seconda banca del Paese sull'orlo del fallimento.
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In caso di vero e proprio salvataggio bancario (bail in) i primi soggetti coinvolti sono azionisti e possessori di bond subordinati (prodotti finanziari ibridi a metà strada tra azioni e obbligazioni). In seconda battuta le perdite si scaricano sulle obbligazioni ordinarie e, infine, sulla parte dei depositi che superano la quota garantita. Solo in ultimissima e residuale istanza a farsi carico delle perdite potrebbe essere lo Stato.
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Credit Suisse non ha solo bisogno di liquidità: ha bisogno di una pulizia di bilancio e di una ricapitalizzazione, sotto forma di una sottoscrizione di nuove azioni o di una vendita ad altre banche concorrenti
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La mossa della Bce che rialza di mezzo punto il costo del denaro in Europa, per quanto prevista, ci riporta con i piedi per terra. Nel senso che ci aiuta a ricordare la causa fondamentale delle crisi bancarie, dalla Silicon Valley alla Svizzera, e aggiungiamoci pure la Cina. Nel mondo intero, «la ricreazione è finita». Si è chiusa un’era di eccezionale lassismo, quando per contrastare prima la crisi finanziaria del 2008 poi la pandemia le banche centrali…
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Due numeri aiutano a capire la caduta del Credit Suisse: nel 2007 la banca svizzera era l’ottavo maggior istituto quotato del mondo per capitalizzazione. Ma, quando le sue azioni ieri mattina sono arrivate a perdere il 31%, prima di recuperare in parte nel pomeriggio (-24,24% alla chiusura), la banca è precipitata al 155° posto, con una capitalizzazione intorno ai 7 miliardi di franchi svizzeri, circa 7,15 miliardi di euro.
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