Le prospettive sull’inflazione sono in miglioramento nella prima metà del 2023, aiutate da effetti base favorevoli e dal calo dei prezzi dei beni. L’analisi di Sonia Meskin, Head of US Macro, BNY Mellon Investment Management Come ampiamente previsto, ieri la Federal Reserve Open Market Committee (FOMC) ha alzato l’intervallo target dei fondi federali di 25 punti base (pb) al 4,50-4,75%. Il tono della dichiarazione è stato in linea con le previsioni, con la FOMC che ha indicato che il picco dei tassi è all’orizzonte.
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Se le recenti tendenze economiche continueranno come da attese di Pimco (una recessione moderata negli Stati Uniti nel 2023), alla riunione di marzo la Fed dovrebbe avere abbastanza dati in mano per un rialzo e per segnalare la pausa. L’analisi di Tiffany Wilding e Allison Boxer di Pimco In occasione della prima riunione del 2023, la Federal Reserve ha dovuto affrontare priorità contrastanti: come riconoscere i progressi compiuti sul fronte dell’inflazione – e segnalare che i rialzi dei tassi non…
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L'ultima schermaglia nel braccio di ferro in corso tra i mercati finanziari e la Federal Reserve (Fed) si è verificata ieri, con quest'ultima che ha riaffermato la sua posizione da falco. Questo ha seguito in gran parte la trama stabilita alla fine del 2022, quando il rally delle obbligazioni e degli asset più rischiosi, che si basava su un cedimento finale della Fed, è stato solo temporaneamente interrotto dalla dichiarazione di dicembre della Fed.
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Che cosa ha deciso la Fed di Powell. Il commento di Daleep Singh, Chief Global Economist di PGIM Fixed Income L’ultima riunione del FOMC ha rivelato che la leadership della Fed intravede ancora un profilo di rischio asimmetrico per la politica monetaria – il rischio di fare “troppo poco” sulla stretta monetaria è ancora maggiore rispetto a “fare troppo”. COSA HA DECISO LA FED E COSA HA DETTO POWELL Di conseguenza, il Comitato ha mantenuto invariata la frase chiave del comunicato, che “prevede rialzi in corso…
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Verdetto Fed uscito. Uscito anche il verdetto della Bank of England, mentre si rimane in attesa della decisione della Bce di Christine Lagarde. I mercati azionari sembrano scommettere sulla svolta dovish delle banche centrali. Alle 13.35 le borse europee sono in rialzo, con l’indice Ftse Mib di Piazza Affari che mette a segno un rialzo superiore a +0,80%. La borsa di Francoforte sale di oltre l’1%, Parigi è invece debole con un progresso di appena lo 0,10%.
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La Fed ha alzato i tassi di interesse sui Fed Fund Rates di 25 punti base, portandoli nella forchetta 4,5-4,75%, il tutto secondo il consensus degli operatori che dava questo rialzo con una probabilità vicina al 100%, un dato preso direttamente dal Cme. Subito dopo l'annuncio dell'aumento dei tassi abbiamo visto l'aumento della volatilità, che si è direzionato solamente all'inizio della conferenza stampa che solitamente segue l'annuncio sui tassi.
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Niente di nuovo sul fronte occidentale. Nella riunione di febbraio 2023, la Federal Reserve ha alzato di 25 punti percentuali l’intervallo di riferimento per il tasso sui fed funds, portandolo al 4,5%-4,75%, riducendo l’entità dell’aumento per la seconda volta consecutiva, ma spingendo comunque i costi di finanziamento ai massimi dal 2007. La decisione è stata in linea con le aspettative del mercato.
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Come ampiamente atteso la Federal Reserve ha ulteriormente smorzato il ritmo della sua manovra di inasprimento monetario, aumentando i tassi di interesse sul dollaro di 25 punti base (0,25 punti percentuali), in questo modo i fed funds salgono a una forchetta del 4,50%-4,75%. Si tratta del livello più elevato dall'ottobre del 2007. La potata contenuta dell'aumento - dopo quattro consecutivi da 75 punti base lo scorso anno, seguiti da un primo rallentamento a 50 punti base a dicembre - segna una ulteriore riduzione del…
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È iniziata la due giorni delle banche centrali, con la mossa della Fed che ha alzato il costo del dollaro di altri 25 punti base, fino al 4,50-4,75%, ai massimi dal 2007. Oggi sarà la volta della Bce, che dovrebbe procedere con una stretta di 50 punti base, portando il tasso di riferimento al 3%. Per la Fed, si tratta dell’ottavo rialzo consecutivo e non sarà certamente l’ultimo, come ha annunciato ieri il Federal Open Market Committee, braccio monetario della Federal Reserve.
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La Federal Reserve ha alzato l'intervallo obiettivo per il tasso sui fondi federali di 25 punti base al 4,5%-4,75% nella riunione di mercoledì (1 febbraio, Ndr), riducendo l'entità dell'aumento per la seconda riunione consecutiva, ma spingendo ancora i costi di indebitamento al massimo dal 2007. La decisione è stata in linea con le aspettative del mercato. I funzionari hanno aggiunto che i continui aumenti dell'intervallo target saranno appropriati per raggiungere una posizione di politica monetaria sufficientemente…
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Le cose migliorano, non c’è più lo spettro di una crescita incontrollabile dei prezzi delle materie prime, dell’energia, del cibo. E i tassi più elevati hanno posto fine al surriscaldamento del mercato immobiliare. Ora i timori si concentrano soprattutto sul costo del lavoro
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Il nulla più assoluto, una noia infinita queste riunioni delle banche centrali, tutto scontato, uomini e donne che si ritrovano intorno ad un tavolo imbandito, per rinnovare la tradizione che vede le banche centrali, le principali responsabili di ogni crisi della storia. Alla fine avevano ragione loro, Galbraith e Friedman, due dei più grandi economisti, le banche centrali servono a poco o a nulla, soprattutto le loro previsioni, visto che negli ultimi decenni non ne hanno indovinata una, non solo, non sono state in grado di amministrare…
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Come ampiamente atteso, ed anticipato, la Fed, la Banca centrale Usa, ha alzato i tassi di interesse dello 0,25% portandoli così in un intervallo compreso tra il 4,50% e il 4,75%, ai massimi dal 2007. Si tratta così dell’ottavo rialzo dei tassi consecutivo, ma è anche quello di ammontare minore, visto che a dicembre il ritocco era stato dello 0,5%, mentre nelle quattro riunioni precedenti la Fed aveva proceduto con un aumento, ogni volta, pari allo 0,75% (il cosiddetto aumento jumbo, come chiamato dai…
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Azionario: la reazione dei mercati all’annuncio Fed in vista del test Bce. Occhio a futures Usa e borse Asia Verdetto Fed uscito. In attesa dei prossimi verdetti cruciali attesi in giornata, quelli della Bce e della Bank of England, come si stanno muovendo i mercati? Va detto che, appena il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha preso la parola nella conferenza stampa successiva all’annuncio dell’ottava stretta monetaria in Usa dal marzo del 2022, sia le azioni che le…
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La Federal Reserve invita alla calma, sottolineando come il lavoro non sia ancora terminato. Secondo quanto riporta Paolo Mastrolilli per La Repubblica, la Fed sembra essere infatti intenzionata a proseguire con la propria linea di pensiero. Sebbene l'inflazione stia già calando e l'ipotesi recessione stia diventando sempre più probabile, il principale obiettivo rimane quello di far rientrare l'inflazione nei livelli target.
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“E’ possibile” che i tassi (terminali) rimangano al di sotto della soglia del 5%. E’ quanto ha detto il presidente della Fed Jerome Powell, nella conferenza successiva all’annuncio del rialzo dei tassi Usa di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%. Powell ha risposto a una domanda che gli è stata posta da Steve Liesman della CNBC. Allo stesso tempo, il timoniere della Fed ha avvertito che è improbabile che i tassi sui fed funds Usa vengano tagliati nel corso del 2023, a meno che…
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Fed, Powell: ‘ora possiamo dire che processo disinflazionistico sia iniziato’. Ma c’è anche l’attenti Svolta nel linguaggio del presidente della Fed Jerome Powell che, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio del rialzo dei tassi Usa di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, si è così espresso: “Ora possiamo dire, credo per la prima volta, che il processo disinflazionistico sia iniziato”.
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Fed e tassi, Powell: ‘crescita inflazione rallentata, ma necessarie prove di calo sostenibile’ Focus sui mercati sugli annunci arrivati ieri dalla Fed di Jerome Powell e sulle parole proferite in conferenza stampa dallo stesso presidente. Nel comunicato con cui il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, ha annunciato le proprie decisioni, si legge che l’inflazione “in qualche modo è rallentata, ma rimane elevata”.
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Nel romanzo giallo che la Federal Reserve va scrivendo da mesi si conosce da tempo il colpevole dell'irrigidimento monetario - l'inflazione - ma manca ancora il finale. La suspence è destinata a durare anche dopo il rialzo dei tassi dello 0,25%, deciso ieri, con cui il costo del denaro è stato portato al 4,50-4,75%. È un livello che non si vedeva da 15 anni. Dopo le quattro strette consecutive da tre quarti di punto e il successivo aggiustamento dello 0,50% dello scorso dicembre, grazie al minor surriscaldamento dei prezzi al consumo…
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Ieri in serata la commissione operativa della Federal Reserve, il FOMC (Federal Open Market Committee), ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base al nuovo range 4,50%-4,75% (livello massimo dal 2007), segnalando la possibilità di nuovi rialzi per riportare l’inflazione verso il target del 2%. La decisione di diminuire l’entità dell’aumento del costo del denaro è legata al rallentamento delle pressioni inflazionistiche.
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Aumento dei tassi di interesse di 25 punti base da parte della Fed. Salgono quindi a 4,50%-4,75%. L’ottavo rialzo consecutivo porta il livello al più alto dal 2007. «Abbiamo ancora del lavoro da fare» sull’inflazione, ha affermato il presidente Powell
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