Regeni, il processo rischia la paralisi. Scontro dentro il Tribunale di Roma

Corriere della Sera INTERNO

A quel punto il processo piomberà in una sorta di limbo, sospeso sine die, in attesa che l’Egitto decida diversamente di fronte alle nuove richieste da reiterare ogni anno.

Anzi, a gennaio scorso ha sferrato un duro attacco alla Procura di Roma, accusandola di «conclusioni illogiche e poco conformi ai fondamenti giuridici penali internazionali».

Naturalmente il governo italiano può cercare altre strade per ottenere risposte diverse dal Cairo

Adesso lo scenario è cambiato e l’ostacolo è stato sollevato dalla III corte d’assise che non se l’è sentita di aprire il processo in assenza degli imputati. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

È stato fermato, dunque, il processo di Roma al generale e ai tre colonnelli dei servizi segreti egiziani accusati della barbara uccisione di Giulio Regeni. Per questo il processo per l’assassinio di Giulio Regeni sarebbe (sarà, speriamo) più di un processo, a prescindere perfino dalla sentenza. (Avvenire)

Secondo l’ordinamento italiano, gli imputati che non siano a conoscenza delle loro accuse, non possono essere giudicati. A questo punto, scrive Il Post, la vicenda giudiziaria deve ripartire dall’udienza preliminare, per dimostrare che gli imputati siano effettivamente a conoscenza del processo (TIMgate)

Quello di cui è stato vittima Giulio Regeni è una tragedia che non si può dimenticare, una ferita che ti si attacca alla pelle come un male incurabile. “Altro schiaffo, 007 egiziani accontentati”, il Fatto (Il Riformista)

Udienza del gup entro fine gennaio per rintracciare gli 007 egiziani L'amarezza della famiglia del ricercatore friulano. (TGLA7)

A Roma c’è un giudice che non legge i giornali, ma gli atti; e scopre che i quattro accusati dell’uccisione del povero giovane, non solo non c’è prova che siano personalmente loro, ma, in punta di diritto, nemmeno sanno di essere accusati. (Soverato Web)

Eppure nessun esponente di governo o leader di partito ha sentito l’esigenza di prendere posizione sull’azzeramento del processo: un silenzio difficile da comprendere, che costituisce un segnale preoccupante. (La Repubblica)