M5S: Pesco, 2×1000? No soldi pubblici

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Così il senatore M5S e presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, interpellato da LaPresse in merito alla scelta, annunciata dal presidente del Movimento, Giuseppe Conte, di aderire al 2×1000 per il finanziamento dell’attività politica.

La motivazione del dissenso è chiara: “Non mi sembra opportuno utilizzare soldi pubblici in più di quelli che già utilizziamo”

Roma, 26 nov.

(LaPresse) – “Non sono d’accordo e l’ho detto anche l’altra sera in assemblea congiunta”. (LaPresse)

Su altri media

"Qualcuno ha espresso qualche dubbio" ma "la stragrande maggioranza dei presenti conferma la disponibilità ad abbracciare la novità del 2xMille". Conte ha aggiunto che per ratificare la svolta ci sarà comunque bisogno di una passaggio sul web per ascoltare gli iscritti. (La Repubblica)

“Considerato il taglio dei parlamentari, bisogna prendere atto della necessità” dei fondi pubblici, in quanto “ci sarà una riduzione forte dei parlamentari dovuta al calo dei consensi e al taglio degli eletti”. (Il Fatto Quotidiano)

Da Rousseau «non ci è stato dato il software di “tirendiconto”, quindi abbiamo dovuto reinterpretare le mille tabelle e ricostruire tutto In una complessa assemblea dei 5S ieri notte, Giuseppe Conte ha fatto cadere – anche verbalmente – l’ultimo tabù grillino: asserire di non voler prendere in nessuna forma soldi pubblici. (La Stampa)

E il medesimo discorso varrà - da quel che si è capito - per il due per mille, che intanto potrebbe fare da tampone. Parecchi parlamentari stanno premendo affinché l'ex premier giallorosso e gialloverde sblocchi l'agognato "tesoretto" su cui, però, non emergono grandi novità. (il Giornale)

Si tratta di soldi pubblici e noi che parliamo tanto di identità dovremmo ricordarci che la nostra identità si fonda sul fare politica senza gravare sulle casse dello stato Una direzione confermata dagli eletti: «La stragrande maggioranza è pronta ad affrontare la novità del 2 per Mille», ha spiegato Conte. (Open)

Il tesoriere Claudio Cominardi ha sottolineato: i parlamentari che non versano i soldi delle restituzioni «stanno creando un danno all’associazione, questa cosa determina un problema Ma c’è chi critica: si rischia la figuraccia. (Corriere della Sera)