Camorra a Napoli, inchini mafiosi al cospetto delle tre statue della Madonna sequestrate - Il Mattino.it

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Nel corso di un confronto informale in cui si è fatto riferimento agli arresti messi a segno in zona Decumani, non passa inosservata un’altra operazione sempre condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda: quella del sequestro di tre statue di Madonna del Seicento, messe a segno appena pochi giorni, come raccontato lunedì dal Mattino.

Non c’era solo l’inchino mafioso della vittima del racket al cospetto dell'altarino del boss Sibillo, nella Napoli delle centinaia di simboli, affreschi e altari di camorra. (ilmattino.it)

La notizia riportata su altre testate

Come Emanuele Sibillo, le cui ceneri e un busto erano messe in un altare, rimosso dai carabinieri (TG La7)

L’urna funeraria con le ceneri del baby boss Emanuele Sibillo era all’interno di un altare dedicato alla Madonna. Sacro e profano nel clan Sibillo: rimossa e consegnata alla famiglia l’urna funeraria con le ceneri del baby boss Emanuele Sibillo. (Internapoli)

Il primo arresto per Emanuele Sibillo arriva nel 2010, quando ha 15 anni: la polizia fa irruzione in casa sua e lui lancia due pistole dalla finestra per non farle trovare. E il clan Sibillo, di questa frase, sembra averne fatto un mantra (Fanpage.it)

È stata smontata la struttura a protezione degli oggetti contenuti, tendaggi, vetrate e fioriere, oltre a un busto raffigurante il volto di Emanuele Sibillo, foto e luci (ROMA on line)

Il gip Luana Romano, accogliendo le richieste della Dda di Napoli, ha ricostruito la storia criminale del clan Sibillo, satellite dei Contini che sono anche nel cartello dell’Alleanza di Secondigliano. (Cronache della Campania)

Portati al cospetto della statua del defunto baby boss. Nella Napoli che troppo spesso esclude dal dibattito pubblico il tema della camorra e della sopraffazione, il clan Sibillo è riuscito a imporre le sue regole (criminali) in modo anche sfacciato. (La Stampa)