Patrick George Zaky resta in carcere in Egitto

Lettera43 ESTERI

L’appello presentato dagli avvocati dell’Egyptian initiative for human rights (Eipr), la ong con cui il giovane studente egiziano dell’Università di Bologna collabora, è stato respinto.

«NON HO FATTO NULLA DI MALE». «Non ho fatto nulla di male», aveva detto Zaky prendendo la parola davanti al giudice.

La decisione è arrivata il 15 febbraio 2020, in mattinata, al tribunale di Mansoura.

La volontà è quella di tenere alta l’attenzione sulla vicenda, perché non si verifichi un nuovo caso Regeni. (Lettera43)

Se ne è parlato anche su altre testate

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Avevamo sperato in un esito diverso ma ora la campagna per la sua scarcerazione diventa ancora più forte. L'udienza del 22 febbraio sul rinnovo o meno dei 15 giorni di detenzione preventiva diventa ancora più decisiva". (Today)

Egitto, il tribunale respinge la richiesta di scarcerazione di Zaky «C’è delusione, avevamo sperato in un'esito diverso», ha commentato il portavoce di Amnesty International Italia. (Ansa). 1' di lettura. (Il Sole 24 ORE)

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Zaky è stato difeso da ben quattro avvocati, la prima a parlare è stata Huda Nasrallah, la responsabile del pool. Patrick George Zaky resta in carcere, ad annunciarlo il suo legale rappresentante Wael Ghally, dell’Egyptian initiative for human rights (Eipr), la Ong per cui anche Zaky lavora. (Sputnik Italia)

In aula, Zaky è apparso pallido e ammanettato: immagini preoccupanti e che lasciano supporre come sia sottoposto a un regime carcerario durissimo Ha preso la parola per informare i giudici di esser stato torturato con l'elettricità e picchiato "per 6 ore". (Liberoquotidiano.it)