Djokovic rischia «5 anni di carcere», i media australiani: l’inchiesta si allarga ai possibili tamponi falsi

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Le bugie ammesse dallo stesso Novak Djokovic alla polizia di frontiera australiana potrebbero costargli anche l’arresto e una condanna a cinque anni di prigione.

Errori che secondo il tennista sarebbero stati commessi a sua insaputa dai suoi collaboratori.

Come riporta il sito australiano The Age, l’indagine della autorità locali si sta concentrando sulle diverse informazioni contraddittorie che il tennista ha riportato nei suoi documenti di viaggio. (Open)

Su altri media

“La notizia che Novak Djokovic non ha detto a uno dei nostri membri – e al resto del team de L’Équipe quel giorno – che era risultato positivo al Covid-19 è estremamente preoccupante. (LiveTennis.it)

In questi casi, come sottolineato dalle medesime fonti, la pena massima per chi fornisce prove false è una condanna a cinque anni di carcere. Il no al vaccino potrebbe costare molto caro a Novak Djokovic, che secondo i media locali rischia fino a cinque anni di carcere. (Il Giornale d'Italia)

L'evento è stato ritardato senza spiegazioni per più di un'ora e alla fine il 34enne 20 volte vincitore di trofei dello Slam è stato sorteggiato al primo turno con il connazionale Miomir Kecmanovic. (Sputnik Italia)

di Paolo Franci Laggiù, a fondo campo di una vicenda sempre più intricata, Nole Djokovic si difende strenuamente. Sullo sfondo, il rischio del carcere e un colpo di mannaia alla carriera. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Intanto al primo turno degli Australian Open, torneo che Djokovic ha già vinto nove volte e nel quale è stato inserito come prima testa di serie, è stato sorteggiato contro il connazionale Miomir Kecmanovic (La Stampa)

Non penso mai alla malafede di qualcuno finché non viene provata, bisogna capire se la documentazione di Djokovic è valida. A parlare del tema più discusso e chiacchierato nel circuito Atp è stato anche Adriano Panatta, ospite in un programma in onda su Radio 105. (Tennis World Italia)