Escherichia coli ed infarto del miocardio: una possibile correlazione

Microbiologia Italia SALUTE

Mediante tecniche di biologia molecolare, è stato successivamente dimostrato che il lipopolisaccaride LPS apparteneva al batterio Escherichia coli, la cui sede d’elezione è prettamente intestinale.

Le prospettive future. Questa scoperta apre nuovi orizzonti su avanzate prospettive terapeutiche ma anche sulla possibilità di creare un vaccino specifico contro Escherichia coli che possa prevenire l’infarto miocardico acuto. (Microbiologia Italia)

La notizia riportata su altre testate

I ricercatori hanno inoltre individuato il recettore cellulare cui l'Escherichia Coli si lega per facilitare la trombosi, Toll-like receptor 4, e hanno inibito il processo trombotico favorito dall’Escherichia Coli attraverso un inibitore specifico. (La tua Etruria)

Solo in chi è arrivato in ospedale con infarto acuto il batterio è risultato presente, mentre era assente nel sangue di chi soffriva di malattie cardiache e nei sani. E forse anche il microbiota, ovvero i batteri che vivono nel nostro corpo, potrebbe avere un ruolo come “complice” nei fenomeni che scatenano l’attacco cardiaco. (DiLei)

Gli esperti hanno poi studiato l'infarto su topi cui è stato iniettato il batterio intestinale e visto che anche nel modello animale il batterio si ritrova nelle maglie del trombo. Si è visto anche che maggiori erano le alterazioni della permeabilità della parete intestinale dei pazienti infartuati, maggiore era la concentrazione del batterio nelle maglie del trombo. (Tiscali.it)

Il batterio è stato trovato solo nei pazienti con infarto acuto mentre negli altri, cardiopatici compresi, non era presente. Questo è in linea con ricerche precedenti effettuate negli Stati Uniti che avevano trovato diversi batteri intestinali nel sangue di pazienti con infarto. (greenMe.it)

In 50 pazienti colpiti da infarto è stata analizzata la concentrazione della capsula batterica presente nei trombi. Ed è stata confrontata con quella di 50 pazienti in condizione normale (angina stabile) e di 50 soggetti di controllo. (Cronachedi.it - Il quotidiano online di informazione indipendente)

Nella restante parte del campione, soggetti cardiopatici a rischio di infarto compresi, gli esami non hanno riscontrato la presenza del batterio oggetto dello studio. Sono così riusciti a dimostrare che il batterio Escherichia coli favorirebbe l’insorgenza dell’infarto, in quanto è stato rinvenuto solamente nel sangue dei soggetti con infarto acuto. (Sky Tg24 )