La nuova IRPEF e il taglio delle aliquote

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L’accorpamento dei primi due scaglioni costerebbe non meno di 20 miliardi di euro, oltre un punto di Prodotto interno lordo.

Sarebbe una riforma molto costosa, perché ogni punto di riduzione della prima aliquota costa circa 4 miliardi.

Il fatto è che in Italia i contribuenti che pagano poche (o pochissime) tasse sono tantissimi.

Questi contribuenti, tuttavia, hanno versato«solo» 21,7 miliardi di Irpef, cioè circa il 12,5% dell’Irpef complessiva del 2017.

Ogni sgravio fiscale su questa fascia, dunque, costa molto nel complesso e nello stesso tempo produce vantaggi economici molto limitati ai tanti contribuenti che ne beneficerebbero. (next)

Su altre testate

Sul fronte della maggioranza, Italia Viva accoglie favorevolmente l’intervento sul cuneo fiscale, ma guarda già ad una più ampia riforma Irpef. (QuiFinanza)

Ci siamo confrontati e siamo d'accordo sul fatto che venerdì all'incontro con le parti sociali andremo con una visione unitaria. Nell'intervista si è parlato anche del cuneo fiscale e delle presunte divergenze con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: "Nessuno scontro: io e il ministro Gualtieri lavoriamo fianco a fianco tutti i giorni nello stesso palazzo. (Yahoo Finanza)

Tuttavia sullo spazio di manovra a disposizione c’è ancora da lavorare e, conti alla mano, non sembra poi molto. In concreto – ha aggiunto Misiani – ciò vuol dire “ridurre le tasse fino a 1000 euro l’anno per 4,5 milioni di contribuenti”. (QuiFinanza)

"Nel 2020 - ha spiegato Misiani - interverremo per abbassare le tasse ai lavoratori dipendenti, tagliando il cuneo fiscale. Parliamo dunque di coloro che hanno un reddito compreso tra i 26.600 euro e i 35mila euro. (Today)

«Il taglio del cuneo fiscale e quello dell’Irpef devono viaggiare insieme», ha detto Castelli, dicendosi sicura che «Gualtieri incontrerà i 5 stelle per condividere una linea unitaria». Ma quali sono gli effetti del taglio del cuneo fiscale sul mondo del lavoro, sui giovani e sulla crescita economica italiana? (Open)

E il ceto medio, sin qui escluso dal bonus, ne prenderebbe 80 euro fino a 35 mila euro di reddito dichiarato. Per poi scendere fino all’azzeramento, con decalage più o meno ripido, dai 35 mila ai 40 mila euro. (InvestireOggi.it)