Omar Pedrini: «Ferlinghetti è stato il più grande rocker anarchico della storia»

Ripudiava la guerra in ogni forma e non a caso credo sia stato uno dei più grandi pacifisti della storia.

Beh, Lawrence era il più grande rocker anarchico della storia.

In ospedale ero a pezzi e scrissi come sempre a Giada, ringraziandola di tutto e dicendole di salutarmi tanto Lawrence

Tu che hai condiviso tanto con lui, puoi dirci chi era Lawrence Ferlinghetti o quantomeno chi era il tuo Lawrence Ferlinghetti?

Omar Pedrini, cresciuto immerso nell’immaginario della Beat Generation, da avido lettore delle opere di Lawrence Ferlinghetti si era trasformato in caro amico dell’autore di A Coney Island of the Mind. (Rolling Stone Italia)

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«Era di un'umanità sconfinata» ricorda Omar Pedrini, ex chitarrista dei Timoria, bresciano, che con Ferlinghetti ha collaborato in diverse occasioni A dare la notizia - il giorno seguente - è stato il figlio Lorenzo. (Leggo.it)

La letteratura, la cultura, i libri, i versi, non sono fiocchi snob da intellettuali alla moda, sono la mano tesa all’umanità. Ginsberg è però troppo esplicito nei versi di Howl, Urlo, e i poliziotti arrivano alla City Light, sequestrano copie, arrestano poi Ferlinghetti, e il suo manager Shigeyoshi Murao, «per aver traviato la gioventù». (La Stampa)

E così Lawrence Ferlinghetti giunse in Trentino per merito del bagoss e del formaggio di malga.Dopo il Trentino, in quei giorni Ferlinghetti volle però andare a conoscere anche la città d'origine di suo padre, Brescia. (l'Adige)

- racconta Sergio Iagulli, tra i promotori di quell’evento - La presenza di Ferlinghetti in città non si dimenticherà mai. «Ricordo l’incontro tra Ferlinghetti e Ugo Marano - racconta Iagulli - Stavamo raggiungendo a piedi un ristorante dietro il Duomo di Salerno quando ci fermammo nel vecchio laboratorio dell’artista (la Città di Salerno)

Ma Lawrence era così, un po’ come tutti i beat: figlio superbo di un’epoca e di una vita impareggiabili e a volte permaloso nella rilettura delle opere e del suo pensiero. Anche l’Infinito di Lawrence Ferlinghetti doveva terminare prima o poi, e così la sua “Endless Life” - come la sua raccolta di poesie dell’81 - s’è sublimata lunedì sera dopo una fenomenale esistenza, lunga 101 anni. (La Repubblica)

«Non chiamatemi beat. Figurarsi se il poeta che aveva fondato a San Francisco la libreria City Lights, 261 Columbus Avenue, punto di ritrovo di quel gruppo in realtà eterogeneo che fu la beat generation, e poi la City Lights Publishers, destinata a pubblicare molte delle opere beat, poteva davvero pensare di poter scindere il suo nome, anche a oltre mezzo secolo di distanza, da quello degli amici passati con lui (Il Manifesto)