Xenobot, ecco gli incredibili robot viventi creati con le cellule di rana – Foto e Video

Sono invece una nuova classe di artefatti, “macchine” basate sull’impiego di cellule di rana.

“Possiamo immaginare molte applicazioni utili di questi robot viventi che altre macchine non potrebbero eseguire.

Un team di scienziati dell'Università del Vermont, negli Stati Uniti, ha messo a punto gli Xenobot, vere e proprie "macchine viventi" e programmabili, basate su cellule di rana e in grado di muoversi verso un obiettivo trasportando un carico, ad esempio delle medicine. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Siamo ovviamente molto lontani da una realtà simile, ma i robot organici creati da un team di scienziati unendo cellule di una rana lascia immaginare che, forse, in futuro molto prossimo la visione del game designer Hideo Kojima diventerà realtà. (Tom's Hardware Italia)

Con il nome ‘xenobots’, le macchine possono viaggiare all'interno del corpo umano e in ambienti acquosi un lungo periodo di giorni senza nutrienti. Gli scienziati americani dell’Università del Vermont e della Tufts hanno creato i primi robot viventi e autorigeneranti al mondo, usando cellule staminali della rana artigliata africana. (La Repubblica)

Il robot vivente è costruito con lo stesso Dna della rana. “Possiamo definirle robot viventi oppure organismi multicellulari artificiali – spiega all’Ansa Antonio De Simone, dell’istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa -. (Velvet Mag)

Il nome deriva dalla rana africana Xenopus laevis: sono proprio le cellule dell'anfibio che sono state usate per questa scoperta. Potranno essere usati per scopi scientifici ed ambientali. (L'HuffPost)

Nel laboratorio di Michael Levin alla Tufts University, le cellule possono aspettarsi di trovarsi in una insolita compagnia. Eppure, Levin e i suoi colleghi hanno scoperto che le cellule della pelle e le cellule del cuore possono essere spinte in coalescenza. (Futuroprossimo)

Le stesse cellule hanno un potenziale energetico da trasferire alle macchine, che varia tra sette e dieci giorni. In teoria, realizzandole a partire da cellule di mammiferi, queste macchine “quasi viventi” potrebbero presto arrivare ad adattarsi e muoversi su terra ferma, insieme a noi. (Key4biz)