«Questa è gente laureata e non sa scrivere in italiano»: il concorso in magistratura è un disastro

Il Primato Nazionale INTERNO

Questo il quadro preoccupante che emergerebbe dalla correzione delle prove scritte dell’ultimo concorso in magistratura.

Temi redatti «in un italiano primitivo, senza alcuna logica argomentativa, quasi non valutabili», e molti altri «privi dei requisiti minimi, pieni di refusi ed errori concettuali e di diritto».

Insomma, non una grande pubblicità per la magistratura italiana che ha già diversi problemi da risolvere. (Il Primato Nazionale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Referendum su magistrati e magistratura ce n’è da votare il 12 di giugno. Ma non c’erano solo quelli nei testi redatti da chi si presentava al concorso per entrare in Magistratura. (Blitz quotidiano)

Poi rincara la dose: “Abbiamo riscontrato una grande povertà argomentativa e una povertà linguistica “Errori di diritto e di grammatica, ma anche candidati che non sanno andare a capo”. (Orizzonte Scuola)

Disastro al Concorso in magistratura, passa soltanto il 5%: “Candidati non sanno andare a capo”. Disastro al Concorso in magistratura, passa soltanto il 5%: “Candidati non sanno andare a capo”. Concorso magistratura: numerosi posti scoperti. (Younipa - il blog dell'Università degli Studi di Palermo)

Davvero cervelli o piuttosto sinceri asinelli? Il concorso in magistratura si è appena consumato ed è successo il patatrac: dei 3.797 candidati presentatisi all’esame scritto solo 220 hanno diritto a provare l’orale. (Il Fatto Quotidiano)

Il concorso in magistratura si è appena consumato ed è successo il patatrac: dei 3.797 candidati presentatisi all’esame scritto solo 220 hanno diritto a provare l’orale. Davvero è accaduto? (Il Fatto Quotidiano)

E riflette: “Può darsi che il concorso “light” abbia indotto a consegnare anche temi di bassa qualità, sperando in valutazioni meno rigorose. Io non ho figli, ma chi li ha racconta che si fanno sempre meno temi e sempre più riassunti, che si usano sempre più i computer e si insiste sempre meno sulla scrittura elaborata. (Il Fatto Quotidiano)