Ucraina, arcivescovo Kiev: "500 in una fosse comune, mani legate e pallottola in testa"

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E la procuratrice generale ucraina, Iryna Venediktova, in un tweet, oggi ha riferito: "Abbiamo già oltre 10mila casi in corso di crimini di guerra e già 40 sospettati".

Roma, 14 maggio 2022 - Nuovi orrori dall'Ucraina.

Nelle scorse ore si è aperto il primo processo in un tribunale ucraino contro un militare russo

E ha aggiunto: "Sono sicura che nel prossimo futuro vedremo altri casi approdare nei tribunali e autori dei crimini comparire davanti a giudici". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altre testate

Nel frattempo sono in corso trattative per l’evacuazione di almeno 60 persone, i feriti più gravi ed i medici Mentre a Kiev è iniziato il primo processo per crimini di guerra che coinvolge un giovanissimo soldato russo, l'arcivescovo di Kiev ha raccontato un ennesimo spaccato del dramma che sta vivendo il popolo ucraino. (Giornale di Sicilia)

È un crimine il modo in cui le vittime vengono eliminate, come gli ucraini trovati con le mani legate e giustiziati con un colpo alla nuca. Anche se sembra inaccettabile, una fossa comune in sé non è un crimine di guerra. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

L’estate è vicina e la stanchezza degli ultimi due orribili anni, segnati prima dal Covid e poi dal conflitto scatenato da Mosca, è tanta Orrori senza eco. (LaC news24)

- ROMA, 14 MAG - "In una fossa comune recentemente hanno scoperto quasi 500 persone con le mani legate e con una pallottola nella testa. L'esercito ucraino è stato capace di fermare i carri armati russi a 50 chilometri dalla nostra cattedrale" (Gazzetta di Parma)

Shevchuk ha definito i 78 giorni di guerra in Ucraina , come “78 giorni di lacrime, di fiumi di sangue che scorrono sul terreno ucraino”. “La portata delle uccisioni illegali, compresi gli indizi di esecuzioni sommarie nelle aree a nord di Kiev, è scioccante. (Secolo d'Italia)

La conversazione degli orrori. In Siria e in Iraq le torture inflitte ai prigionieri venivano ostentate dall’Isis sui propri canali social. Anche perché a nessuna delle parti in causa converrebbe mostrare l’uso della tortura come arma sistematica applicata ai prigionieri. (InsideOver)