Ddl Zan, battaglia degli emendamenti in Senato. La Lega ne presenta 672. Il deputato Pd: «Vogliono affossare la legge»

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E da questo scenario d’incertezza dipenderà l’iter del ddl Zan che, con alte probabilità, slitterà a settembre.

È il giorno della verità in Senato per il ddl Zan.

Le reazioni di Alessandro Zan (Pd) e di Elio Vito (Fi) e la risposta di Romeo (Lega). Immediata la reazione del deputato del Pd Alessandro Zan, che attacca la Lega: «I 700 emendamenti presentati dalla Lega al ddl sono il chiaro tentativo di affossare la legge. (Open)

Su altre testate

L'articolo 1 del Ddl Zan - che si riferisce a sesso, genere, identità di genere e orientamento sessuale- è stato concordato, alla Camera, con Italia Viva e con gli uffici della ministra stessa. E quanto all'emendamento all'articolo 7 risulta del tutto inutile perché già la normativa in vigore garantisce totalmente l'autonomia scolastica. (LiberoQuotidiano.it)

Domani e giovedì infatti l'aula sarà impegnata sul decreto sostegni bis su cui il governo porrà la fiducia. (askanews) - E' ripresa in aula al Senato la discussione generale sul ddl Zan: restano sei ore a disposizione e sono 35 gli iscritti a parlare. (Tiscali.it)

La legge Zan è ufficialmente su un binario morto: ieri sono intervenuti 35 senatori, nella continuazione della maratona voluta dal centrodestra. Se ne parla a settembre. (Il Fatto Quotidiano)

Pioggia di emendamenti al ddl Zan. È proprio questo lo strumento su cui stanno ragionando i partiti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che stanno riflettendo se chiedere all'Aula quello che - di fatto - sarebbe uno stop alla discussione degli articoli del ddl Zan. (il Giornale)

A disposizione della discussione dovrebbero esserci altre 6 ore.al ddl Zan in Senato, puntano a trasformare la "finalità" del provvedimento nel "perseguire le condotte discriminatorie fondate su misoginia, abilismo, omofobia o transfobia". (Rai News)

"Fa liste di proscrizione". Non sono tardate ad arrivare le reazioni politiche dopo le parole dell'esponente del Pd. Ricordo alla senatrice Cirinnà che le liste di proscrizione venivano fatte in questo paese dal regime fascista e che quel regime era campione di discriminazioni. (ilGiornale.it)