Mafia a Bagheria, le intercettazioni: “Lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello”…

Il Fatto Quotidiano INTERNO

L’indagine sulla famiglia mafiosa di Bagheria ha permesso di scongiurare l’omicidio di un pregiudicato locale, estraneo al sodalizio, ritenuto poco incline al rispetto delle ‘regole’ imposte dall’organizzazione mafiosa.

Sono stati tratti in arresto otto indagati, in esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, poiché ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di armi clandestine, estorsione, lesioni personali aggravate, reati tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

Il mio personale grazie, della Giunta, del presidente del Consiglio comunale e di tutta l’amministrazione per il lavoro di indagine che ha portato ai provvedimenti di questa mattina». Quello di oggi è un colpo assestato anche allo spaccio di stupefacenti di diverso tipo che purtroppo vede coinvolti, in quanto consumatori, alcuni dei nostri giovani. (La Voce di Bagheria)

Tripoli però, nonostante l’avvertimento, non ha cambiato atteggiamento e aveva fatto sapere in giro di essere intenzionato a dare fuoco a un locale da poco inaugurato dal boss Ficano “Stipendiare” i carcerati: dovere sacro dei boss liberi. (In Terris)

Si tratta di Gino Catalano, Bartolomeo Scaduto, Giuseppe Cannata, Salvatore D’Acquisto, Giuseppe Sanzone e Carmelo Fricano. “Lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello (Internapoli)

L’operazione, denominata 'Persefone', fa luce sulle attività della famiglia mafiosa di Bagheria, partendo dalla spedizione punitiva organizzata ai danni di un pregiudicato locale, restio a seguire i dettami di Cosa nostra e colpito perciò da un “pestaggio di avvertimento”, dopo il quale non solo non si è piegato a più miti consigli ma ha finito col mettere in discussione in pubblico l'autorità del boss Massimiliano Ficano, decretando la sua “condanna a morte”, sventata solo dall'intervento dei carabinieri. (GiocoNews.it)

La “fierezza” del boss. Certamente il ruolo centrale di questo clan era quello di Massimiliano Ficano, ritenuto boss indiscusso al punto da fare un vero e proprio “passaggio” al comando della famiglia di Bagheria (BlogSicilia.it)

La famiglia mafiosa di Bagheria, secondo gli investigatori, controllava tutto e dirimeva i contrasti tra i commercianti. Insieme a Massimiliano Ficano, ritenuto dagli investigatori il nuovo capomafia di Bagheria, sono stati fermati anche i suoi uomini più fidati. (Giornale di Sicilia)