Caso Regeni, processo rischia di essere sospeso

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Omicidio del ricercatore Caso Regeni, processo rischia di essere sospeso Nuova udienza entro Gennaio, vanno però rintracciati i quattro imputati egiziani che devono essere notificati del procedimento. Condividi. Si dovrà probabilmente attendere Gennaio per capire come e cosa ne sarà del processo per la morte di Giulio Regeni, torturato e ucciso a Il Cairo, in Egitto, nel 2016.

Se resteranno irreperibili, il gup emetterà una ordinanza di sospensione del procedimento. (Rai News)

La notizia riportata su altri giornali

Io, nel mio piccolo, ho scritto e detto molte volte che se volete “verità per Regeni”, ciò non significa la verità che qualcuno già pensa o ha letto su un quotidiano, ma quella che dev’essere cercata, come ogni verità giudiziaria. (Soverato Web)

Ma un conto è per l’imputato, aver avuto la possibilità di scegliere, dopo esser stato informato, se presenziare o meno al processo. Quello di cui è stato vittima Giulio Regeni è una tragedia che non si può dimenticare, una ferita che ti si attacca alla pelle come un male incurabile. (Il Riformista)

È stato fermato, dunque, il processo di Roma al generale e ai tre colonnelli dei servizi segreti egiziani accusati della barbara uccisione di Giulio Regeni. Per questo il processo per l’assassinio di Giulio Regeni sarebbe (sarà, speriamo) più di un processo, a prescindere perfino dalla sentenza. (Avvenire)

Secondo il Gup, il caso era abbastanza notorio per poter giudicare valida la notifica, ma il tribunale ha deciso di annullare il processo. A questo punto, scrive Il Post, la vicenda giudiziaria deve ripartire dall’udienza preliminare, per dimostrare che gli imputati siano effettivamente a conoscenza del processo (TIMgate)

Adesso lo scenario è cambiato e l’ostacolo è stato sollevato dalla III corte d’assise che non se l’è sentita di aprire il processo in assenza degli imputati. A quel punto il processo piomberà in una sorta di limbo, sospeso sine die, in attesa che l’Egitto decida diversamente di fronte alle nuove richieste da reiterare ogni anno. (Corriere della Sera)

Ci vorrà almeno un anno prima che un giudice torni a pronunciarsi sulla possibilità di celebrare il dibattimento per l’uccisione di Giulio Regeni. Eppure nessun esponente di governo o leader di partito ha sentito l’esigenza di prendere posizione sull’azzeramento del processo: un silenzio difficile da comprendere, che costituisce un segnale preoccupante. (La Repubblica)