Non si sa più dove mettere il petrolio

L'HuffPost ESTERI

Gli Stati Uniti potrebbero tornare a essere importatori netti di petrolio.

E per tutti intende anche Stati Uniti, Canada e i membri del G20.

Ora la produzione a pieno ritmo di sauditi e russi sta devastando l’industria del petrolio Usa.

Dietro il gioco della domanda e dell’offerta si muovono gli interessi delle grandi potenze produttrici: gli Stati Uniti, la Russia e l’Arabia Saudita.

L’alternativa è un accordo in seno all’Opec+ con la partecipazione degli Stati Uniti. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altri media

I prezzi del greggio quotavano tra i 50 e i 65 dollari prima del diffondersi dell’epidemia e per tornare a quei livelli la strada è lunga. Quanto possono resistere l’Arabia Saudita e la Russia alla guerra dei prezzi bassi e cosa deve cedere l’America se vuole ottenere una stabilizzazione dei prezzi? (FIRSTonline)

C'è da dire che una grande responsabilità in questa situazione ce l'hanno anche gli Stati Uniti che hanno pressoché annullato gli sforzi dell'Opec+ a partire dal 2017. Putin ha dichiarato di essere pronto per un accordo con i suoi partner e di "collaborare con gli Stati Uniti". (AGI - Agenzia Italia)

– Lo hanno fatto poco, con molte difficoltà negli anni d’oro del barile, fino al 2014, quando i prezzi erano sopra i 100 dollari. – Negli ultimi anni, dallo sviluppo dello shale oil americano, i sauditi hanno perso circa la metà del mercato americano. (Sputnik Italia)

NON CHIARA LA PRESENZA DI ALTRI PAESI FUORI DA OPEC+. Nel frattempo, il segretariato dell’Opec e il ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, stanno coordinando l’incontro, sul quale non è ancora chiara la presenza o meno di altri paesi fuori dalla vecchia coalizione Opec+. (Energia Oltre)

E siamo pronti alla cooperazione con gli Stati Uniti d’America». Ora è Vladimir Putin a dettare le condizioni, mettendo gli Stati Uniti spalle al muro. (Il Sole 24 ORE)

Il mercato si aspetta che i Paesi produttori decidano ulteriori misure di emergenza per sostenere i prezzi. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, anche 10 milioni di barili in meno al giorno non sarebbero sufficienti a riequilibrare domanda e offerta, in considerazione di una contrazione dei consumi giornalieri globali superiore a 20 milioni di barili. (Milano Finanza)