Haiti, nel commando che ha ucciso Moise 26 colombiani e due americani: presi nell’ambasciata di Taiwan

Il Riformista ESTERI

Gli altri tre membri del gruppi sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia a Port au Prince.

Altri tre membri del gruppi sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia nella capitale Port au Prince.

La polizia haitiana ha reso noto di aver arrestato 17 persone dello ‘squadrone della morte’, tra cui due americani, mentre si dà ancora la caccia a otto sospetti.

Restano invece ancora ignoti i mandati dell’uccisione del presidente Moise

Un commando composto in gran parte da colombiani, ben 26, soldati in pensione, e due americani di origine haitiana. (Il Riformista)

Su altri media

Undici persone sono state arrestate nell’ambasciata di Taiwan a Port au Prince, dove si erano nascosti, in un’operazione lanciata dalla Polizia di Haiti. Si indaga anche sui responsabili della sicurezza del presidente, convocati dalla Procura per fare chiarezza sulla facilità con cui i killer hanno potuto raggiungere e uccidere il capo di Stato. (L'Unione Sarda.it)

Il punto di Francesco Tabarrini per Affari Internazionali. Il presidente della Repubblica di Haiti Jovenel Moïse è stato assassinato nella notte tra il 6 e il 7 luglio nella sua residenza a Port-au-Prince. (Startmag Web magazine)

Io e tutti i ministri abbiamo lavorato da quando è arrivata la notizia e vogliamo assicurarvi che consegneremo alla giustizia gli assassini del presidente (ITALPRESS) – Il presidente di Haiti Jovenel Moise è stato assassinato all’alba da un commando composto – secondo il governo haitiano – da killer stranieri. (Qui News Pisa)

"Non c'è un nome per un simile gesto - ha detto - perché devi essere un criminale efferato per assassinare un presidente come Jovenel Moïse, senza nemmeno dargli la possibilità di dire una sola parola". (Gazzetta di Parma)

Nel messaggio, che dura due minuti e venti secondi, la voce attribuisce l'attacco a "mercenari" intenzionati a bloccare i piani di sviluppo di Moise e la sua intenzione di organizzare un referendum per approvare una nuova Costituzione. (laRegione)

Ma ora, ha detto padre Saint-Félix, è praticamente l’unica istituzione funzionante nel paese. Padre Saint-Félix, il superiore dei gesuiti ad Haiti, ha descritto le condizioni del paese questa settimana dalla residenza dei gesuiti a Port-au-Prince. (SettimanaNews)