Tripoli: il bilancio degli scontri sale a 32 morti e 159 feriti

Corriere del Ticino ESTERI

È salito ad almeno 32 morti e 159 feriti il bilancio degli scontri armati iniziati venerdì a Tripoli tra i sostenitori dei governi rivali libici: lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità del governo di unità nazionale.

In città è guerra tra le milizie fedeli al premier nominato dal Parlamento, Fathi Bashagha, e quelle che sostengono il primo ministro riconosciuto dall'Onu, Abdel Hamid Dbeibah. (Corriere del Ticino)

Ne parlano anche altre fonti

E' salito ad almeno 12 morti e 87 feriti il bilancio preliminare degli scontri a Tripoli. (RagusaNews)

L'escalation della violenza tra i gruppi, legati ai due premier rivali, ha provocato almeno 23 morti e 140 ferit. Auto in fiamme nelle strade di Tripoli dopo gli scontri di sabato 27 agosto tra le milizie dei premier rivali. (LaPresse)

Lo ha riportato in tarda serata una nota del ministero della salute del governo libico di unità nazionale. È salito a 23 morti e 140 feriti il bilancio degli scontri armati di ieri a Tripoli. (Corriere del Ticino)

(IMMAGINI FRANCE PRESSE) I combattimenti, con armi pesanti e leggere, hanno interessato diverse zone della città, in un contesto di caos politico che vede il paese diviso da due governi, quello di unità nazionale guidato da Abdul Hamid Dbeibah e quello non riconosciuto di Fatih Bashagha. (Agenzia askanews)

I danni dei sanguinosi combattimenti avvenuti da venerdì a sabato sera sono ingenti e visibili in tutta Tripoli, con molti edifici crivellati di proiettili e decine di auto date alle fiamme. Gli scontri si sono conclusi con la sconfitta dei gruppi armati pro-Bashagha, secondo i media e gli esperti locali (Corriere del Ticino)

Gli scontri si sono conclusi con la sconfitta dei gruppi armati pro-Bashagha, secondo i media e gli esperti locali I danni dei sanguinosi combattimenti avvenuti da venerdì a sabato sera sono ingenti e visibili in tutta Tripoli, con molti edifici crivellati di proiettili e decine di auto date alle fiamme. (Corriere del Ticino)