Perché è importante aver sequenziato il dna di un antico abitante di Pompei per la prima volta

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Wired Italia INTERNO

"Il dna era molto degradato, ma siamo riusciti comunque a estrarlo", ha detto all'Ansa Gabriele Scorrano, coordinatore della ricerca.

Per Pompei, città portuale romana di età imperiale, luogo di villeggiatura di ricchi romani e sede di commercio e affari, fu la fine.

"Spero che questo sia il punto di partenza per analisi più dettagliate sui campioni di Pompei"

I resti dell’altra persona, una donna di 50 anni, non sono stati sufficienti per sequenziare l’intero genoma. (Wired Italia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il contributo dell'analisi isotopica nella diagnosi differenziale dell'anemia, il caso del cimitero medievale di Vetricella (Scarlino, GR) in Toscana, Archeologia Ambientale; Viva et al. : Viva et al. (Galatina)

Il DNA degli abitanti di Pompei: verso la mappatura completa della popolazione. Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a lungo esposto, presenta percentuali di un DNA endogeno inferiori agli standard che si rilevano nella mappatura strutturata e ragionata ancora in corso. (Positanonews)

Ebbene, per la prima volta è stato ricostruito tutto il profilo genetico della vittima dell'eruzione del 79 d.C. Le temperature elevate distrugge la matrice ossea alterando la qualità del DNA, in questo caso però il decesso sembra essere avvenuto da soffocamento da nube di cenere vulcanica. (HDblog)

Era un “figlio dell’impero” malato di tubercolosi di Matteo Marini. I due scheletri ritrovati nella stanza 9 della Casa del fabbro a Pompei. Scoperto il primo genoma di una vittima di Pompei. (la Repubblica)

“Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un’importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà (MeteoWeb)

Chi era l’uomo di Pompei. Aveva tra i 35 e i 40 anni ed era malato, l’uomo i cui resti sono stati rinvenuti nella Casa del Fabbro, nella Regio I dell’antica Pompei. Nonostante la ricerca scientifica sia al lavoro dal XIX secolo sui resti umani rinvenuti Pompei, però, la possibilità di effettuare studi genetici sulle vittime del Vesuvio era rimasta una sfida aperta. (inItalia)