Coronavirus, in Arabia Saudita ea Gerusalemme riaprono le grandi moschee

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La Grande Moschea saudita, dove ogni anno milioni di fedeli arrivano per il pellegrinaggio dell'Haji, resterà ancora chiusa.

Domenica in Arabia Saudita ha riaperto la Moschea del Profeta, a Medina, che è per musulmani il secondo luogo sacro per importanza dopo la Grande Moschea della Mecca e insieme alla moschea al Aqsa di Gerusalemme.

Venerdì scorso le moschee hanno riaperto anche in Turchia, mentre ristoranti e caffè, biblioteche, parchi e spiagge riapriranno oggi. (Notizie - MSN Italia)

Se ne è parlato anche su altri media

Giordania e Arabia Saudita verso la riconciliazione del secolo? Per anni i sauditi hanno continuato a smaniare per il Monte del Tempio, ma i giordani sono sempre riusciti a tenerli a bada. (israele.net)

Il Fondo Pensione Governativo Norvegese Global ha mantenuto la sua prima posizione nella lista con attività pari a 1.186 mila miliardi di dollari; China Investment Corporation è arrivata seconda con 940,6 miliardi di dollari di attività. (AGC COMMUNICATION)

Nel frattempo, è ancora al vaglio della Premier League l'offerta di acquisizione delle quote del Newcastle. La diffusione di queste emittenti fuorilegge, tra cui beoutQ, sarebbe stata agevolata da Arabsat, operatore satellitare con sede a Riyad. (Rivista Undici)

“C’è uno scollamento tra la disastrosa situazione fiscale interna e i continui investimenti del fondo verso l’esterno”, dice John Sfakianakis, esperto del Golfo all’università di Cambridge. Ha acquisito una quota del 5,7% del valore di circa 500 milioni di dollari in Live Nation, una società di intrattenimento con sede negli Stati Uniti. (Startmag Web magazine)

Il Ministro dell’informazione dello Yemen, Muammar Al-Eryani, ha dichiarato che il suo Paese sta affrontando circostanze difficili che richiedono un rapido intervento delle organizzazioni umanitarie. (ExPartibus)

– RIAD, 2 GIU – L’Onu è riuscita a raccogliere solo 1,35 miliardi di dollari di fondi per far fronte all’emergenza umanitaria nello Yemen, dilaniato dalla guerra in preda, alla fame a ora anche del coronavirus: si tratta di metà dei 2,4 miliardi di dollari richiesti alla conferenza dei donatori internazionali. (la voce d'italia)