Gli ambientalisti bocciano pure l’auto elettrica

Nicola Porro ECONOMIA

Aveva ragione Sergio Marchionne, quando affermava che l’auto elettrica sarebbe stata il successivo step per il monopolio economico in Ue da parte della Repubblica Popolare Cinese. In un mondo, quello dell’automotive, dove Stati Uniti e Ue primeggiavano ancora in termini di produzione di macchine a diesel e benzina, l’ondata ambientalista dell’ultimo decennio è stata protagonista di un ribaltamento pure su questo fronte, e a pagare le maggiori spese – ovviamente – sono e saranno i cittadini occidentali. (Nicola Porro)

Ne parlano anche altri giornali

Il Parlamento europeo ha votato per il divieto di produrre veicoli con motori a combustione interna dal 2035. Secondo Giovanni Brussato, ingegnere minerario, questa politica renderà l'Europa molto più dipendente dalla Cina che ha la tecnologia e le materie prime necessarie. (La Nuova Bussola Quotidiana)

Ma non è stata solo la politica a esprimersi dopo il voto europeo. Se si parla di una ricarica rapida o veloce sul suolo pubblico si arriva anche a 0,80 centesimi al kilowattora (LaPresse)

La Norvegia è il paese che ne vende di più, l’Italia quello che ne vende meno. Il Parlamento europeo ha approvato la legge che vieta la vendita di auto nuove a motore termico dal 2035. (LifeGate)

Invece, nel giro di 12 anni le Case automobilistiche dovranno adeguarsi ai dettami della Ue, con tutte le conseguenze del caso anche per il relativo indotto, che investe in modo importante anche il tessuto produttivo lecchese. (La Provincia di Lecco)

Il consiglio è di puntare sul veicolo che soddisfa meglio le necessità. La risposta, per noi italiani, arriva dal mercato: a prevalere, ora, è l'ibrido senza la spina. L'elettrico può rappresentare la seconda auto per chi risiede in città, ma è preferibile avere la ricarica in garage. (ilGiornale.it)

La decisione del Parlamento europeo di azzerare le emissioni da veicoli nel 2035 non stupisce nei contenuti ma pone una serie di riflessioni su tempi, opportunità e ripercussioni economiche e generazionali delle politiche di transizione ecologica dell’Unione. (ilmessaggero.it)