Ford taglia 3.800 posti in Europa, soprattutto in Germania

La Sicilia ECONOMIA

Nel corso della conversione verso la mobilità elettrica, 3.800 dipendenti della Ford perderanno il loro posto di lavoro in Europa entro il 2025. Il piano interessa 2.300 posti di lavoro solo nei siti tedeschi di Colonia e Aquisgrana. Tagli considerevoli anche nel Regno Unito. Lo riporta Tagesschau, citando la stessa azienda statunitense e il manager di Ford Germania, Martin Sander. Pubblicità COPYRIGHT LASICILIA. (La Sicilia)

La notizia riportata su altri media

I dettagli. La ristrutturazione degli organici è stata motivata con la necessità di "rispondere a condizioni di mercato in rapida evoluzione" e all'intensificazione della concorrenza nel segmento delle elettriche e, nello specifico, al "crescente numero di concorrenti" che stanno entrando in Europa. (Quattroruote)

Purtroppo, ci sarà anche un taglio al personale nei prossimi anni. I piani prevedono un portafoglio di prodotti più piccolo, più mirato e sempre più elettrico. (HDmotori)

Nel frattempo, Ford sta investendo 3,5 miliardi di dollari in un impianto di batterie per veicoli elettrici nel Michigan, con il supporto del produttore cinese Contemporary Amperex Technology. (Borse.it)

A dare l’annuncio lo stesso marchio americano che ha parlato dell’aumento dei costi e della necessità di una struttura più snella e più orientata verso la produzione dei veicoli elettrici. Ford si prepara ad un riassetto della forza lavoro in Europa. (FormulaPassion.it)

La casa automobilistica statunitense, che ridurrà i posti di lavoro nei prossimi due anni, effettuerà la maggior parte dei tagli nello sviluppo del prodotto, con figure come designer, ingegneri e collaudatori che saranno drasticamente ridimensionate. (Money.it)

La cura dimagrante si concentrerà sulle posizioni amministrative e sulla divisione che si occupa dello sviluppo delle vetture nel Vecchio continente: salteranno soprattutto ingegneri, in Germania, con lo spostamento dell'asse dello sviluppo verso la tecnologia elettrica e gli Stati Uniti. (la Repubblica)