Tennis, Masters Miami: Sinner s'inchina a Hurkacz, il polacco si impone 7-6, 6-4

la Repubblica INTERNO

a domenica di Pasqua stavolta non porta bene al tennis azzurro.

Il 19enne talento azzurro si è inchinato al polacco Hubert Hurkacz in due set, 7-6 (7/4), 6-4, al termine di un match che lascia non pochi rimpianti.

Malgrado la sconfitta, Sinner si gode, comunque, la soddisfazione di salire, da lunedì, al n. 22 del mondo

Jannik Sinner non riesce a imitare Fognini che il 21 aprile del 2019 si era imposto a Montecarlo diventando il primo italiano a vincere un Masters 1000. (la Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

Una cosa è certa, in merito alla finale del Masters 1000 di Miami: per Jannik Sinner questo è solo l’inizio. Parliamo, del resto, di un ragazzo il cui tennis è ancora ben lungi dall’essere totalmente costruito, con alcuni punti di grande forza e altri che, invece, sono ancora in via di sviluppo. (OA Sport)

L'ex capitano dell'Italia intervistato da LaPresse: "Ha ancora margini di miglioramento". “E’ un predestinato, credo sia già in grado e pronto per vincere addirittura uno Slam. Barazzutti si è anche soffermato sulle possibilità dell’Italia in Coppa Davis vista la crescita dei giovani talenti azzurri con 10 giocatori tra i primi 100 del ranking. (LaPresse)

E’ bello aver rivisto un po’ di pubblico in tribuna: per noi giocatori è sempre molto importante. Sono state due settimane fantastiche: oggi non era la mia giornata”, ha aggiunto rivolgendosi al suo team. (LiveTennis.it)

Jannik Sinner si ferma a un passo dal suo primo trofeo Master 1000. Sinner è partito male nel primo set, cedendo subito il servizio, ma risalendo la corrente con il passare dei minuti e portandosi avanti 6-5 e servizio, con la possibilità dunque di chiudere il parziale. (Open)

Purtroppo Jannik perde ancora il servizio nel primo gioco del secondo set e poi anche nel terzo game e addirittura deve salvare due palle per un terzo break sullo 0-4. (Virgilio Sport)

L'altoatesino diciannovenne ha sempre detto e ripetuto di non avere fretta e chissà se questa frase ripetuta e ribadita anche alla vigilia della giornata più importante della sua appena sbocciata carriera, non abbia inciso. (Rai News)