Letta incatena il Pd a Draghi. E Prodi lo rimprovera: «Fai più battaglie sociali» | il manifesto

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«Se il Pd deciderà di spingere per una politica di forte rivendicazione dei diritti sociali, lavoro scuola, salute, case, i voti pioveranno», il rimprovero del Professore in una intervista alla

Non è bastata neppure la spinta di Romano Prodi, padre politico di Enrico Letta insieme a Nino Andreatta, a far virare il segretario del Pd verso la battaglia sui temi sociali.

Tema quasi del tutto evitato domenica nel discorso di chiusura della festa di Bologna (tenuto al chiuso di un tendone, anche se il tempo era bello, invece del solito pratone), e pure ieri nella relazione alla direzione del partito. (Il Manifesto)

Ne parlano anche altre fonti

con Letta sull'alleanza elettorale "per sconfiggere la destra, ma niente bipolarismo" di Matteo Pucciarelli. Chi è più vicino a Conte tranquillizza: la costruzione di una coalizione con i dem e sinistra è in corso, ma le "fusioni a freddo" e lo schematismo politico non appassionano né l'ex premier né il gruppo dirigente del partito (la Repubblica)

Ad affiancare Graziano Giovanni Di Bartolo, Gianmarco Cimino, Lidia Vescio, Salvatore Passafaro, Maria Antonietta Sacco e Teresa Esposito La Festa dell’Unità è stata una data storica per decenni nei calendari di chi è stato di sinistra. (LaC news24)

Meloni e Letta si incontrano alla Casa del Cinema di Roma per la presentazione del libro “Razza Poltrona” di Fabrizio Roncone. Un andirivieni durato fino al verace intervento della leader tricolore che in pieno stile capitoli risponde “Che se dovemo bacia’?”. (neXt Quotidiano)

Le immagini di Bologna sono il documento visivo dell’avvenuto scioglimento del Pd come formazione politica provvista di confini culturali, autonomia organizzativa. Nella congiuntura emergenziale che la politica attraversa, i calcoli di potenza troppo semplici rischiano di urtare contro degli scogli resistenti (Il Riformista)

Dunque i leader del Pd e di Fdi sono pronti a vigilare che non si consumino strappi troppo violenti né nel governo, né nello schieramento di destra. Né lui né la Meloni possono permettersi, con la montagna di debiti che ha l’Italia, di andare troppo per le lunghe sulla scelta per il Quirinale. (Proiezioni di Borsa)

Da scartare invece l’avvicinamento al solo scopo elettorale: “All'Italia non basta, frammentata com'è con forze politiche che tendono solo a mantenersi in vita a prescindere dalla necessità di assicurare una decorosa governabilità” Conte conferma via comune ma nel MoVimento si precisa: "Collaborazione funzionale a riforme. (Sky Tg24 )