Giuseppe Conte, il retroscena: offerto ad Alessandro Di Battista un posto blindato in lista "e magari nel governo"

Liberoquotidiano.it INTERNO

07 giugno 2021 a. a. a. Pare che Giuseppe Conte abbia promesso ad Alessandro Di Battista un posto blindato in lista e magari in un nuovo governo se riuscisse la manovra per buttare giù Mario Draghi e andare al voto nel 2022, riporta il Giornale in un retroscena.

Giuseppe Conte ridicolizza Marco Travaglio: la fucilata dell'avvocato agita il M5s. Oltre al tema del materiale presente nel database resta quello irrisolto dei soldi. (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Ma che fosse solo un' ipotesi, fra i 5 Stelle, è stato subito altrettanto scontato, a meno di successivi sviluppi. "Io non ho mai pensato di correre per il seggio di Roma. (AGI - Agenzia Italia)

E in effetti è difficile trovare un legame più forte nel raggelante universo della politica nostrana. Ed è alla giugulare dell’inquilino di via Arenula che Matteo Renzi si attacca quando decide di sbullonare il Conte II per intronare Mario Draghi (La Stampa)

Un leader di lotta e di governo, che sosterrà lealmente Draghi senza però rinunciare alle battaglie del Movimento. Altro dilemma è l’incertezza che Conte ha lasciato sulla regola del secondo mandato: «Ci confronteremo. (Corriere della Sera)

Riabbracciare Di Battista? Ti sono stato leale quando occorreva andare fino in fondo con la linea che il Movimento aveva scelto (fino in fondo significa fino in fondo a casa mia). (LA NOTIZIA)

La frangia più «rivoluzionaria» e di opposizione con la quale l'ex inquilino di palazzo Chigi non smette di flirtare. E alla sua sinistra scalpitano i movimentisti alla Alessandro Di Battista e i mestatori alla Nicola Morra che non vedono l'ora di fare saltare il tavolo e portare i Cinque Stelle dal governo alla lotta. (ilGiornale.it)

Le strade sono ormai separate, una è comunque ben messa, va solo percorsa; l'altra è tutta da costruire, ricominciando daccapo. Da una parte Giuseppe Conte e il nuovo Movimento, dall'altra Rousseau e Davide Casaleggio. (La Repubblica)