Torre Annunziata, piazza di spaccio in carcere

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In particolare uno: dal tenore dei colloqui emerge infatti che Andrea e Pietro Evacuo stavano organizzando, avvalendosi della figlia, di organizzare un’attività di spaccio proprio all’interno del carcere di Poggioreale.

Ma come faceva la droga ad entrare in carcere e ad eludere i controlli meticolosi delle guardie penitenziarie?

Sette mamme che senza alcun scrupolo piazzavano dosi di droga in mano ai figli minorenni appena sette e dieci anni e li obbligavano a spacciare. (Metropolisweb)

La notizia riportata su altri media

E quando i ragazzini si rifiutavano, venivano pure pesantemente apostrofati dai genitori. Il diniego innesca l’immediata reazione dei suoi genitori: “che bastardo”, dice la madre al figlio reticente, incalzata dal padre che rincara la dose: “com’è infame”. (Metropolisweb)

Questa spirale o si ferma con il massimo della determinazione - conclude Borrelli - o ci saranno sempre più vittime innocenti" Vengono messi al mondo per essere addestrati a diventare criminali e fare del male a se stessi e agli altri. (TorreSette)

Il commento di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde Un ragazzino di 11 anni con una pistola in mano, la foto pubblicata sui social dalla mamma che fiera commenta: “Sei uguale a papà”. (Voce di Napoli)

Venivano coinvolti anche i minorenni, figli dei pusher, nelle piazze di spaccio dei rione dei "Poverelli" di Torre Annunziata (Napoli), dove oggi i carabinieri hanno eseguito 18 arresti sotto il coordinamento dell'ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso. (La Repubblica)

La zia, in casa con la madre e il padre, chiede al nipote di appena 11 anni di consegnare una dose di cocaina. Si è già scritto del linguaggio in codice (“ambasciata”, “caffè”, “toso”, “biscotto”, “pallini”), non poteva mancare visti i tempi il contorno social: sui social una delle madri indagate postava tempo fa sui social la foto del figlio. (Il Riformista)

Torre Annunziata, rione popolare "Poverelli", è qui che i militari della Sezione Operativa hanno messo in atto l'operazione che ha portato alla misura cautelare di 18 persone. Gli spacciatori, come ricostruito dai carabinieri, usavano un linguaggio in codice per trattare le cessioni di sostanza stupefacente (ilGiornale.it)